Il Festival di Primavera è ormai uno degli appuntamenti più importanti del cartellone teatrale e la presenza e la collaborazione di studenti e laureati dell’Università Cattolica è ogni anno in crescita. La quarta edizione di “Crucifixus” ha proposto, accanto a nomi famosi, anche quelli di attori, cantanti, registi provenienti dalla sede di via Trieste a Brescia: giovanissimi studenti e laureati che hanno ideato e prodotto drammaturgie ed eventi teatrali e musicali, sempre più spesso intervengono sul territorio, dando origine a interessanti esempi di teatro di comunità.

Come ha fatto Walter Spelgatti, laureato Stars e ideatore, coordinatore e regista dello spettacolo “Golgota. La collina della vita”, che ha coinvolto per la prima volta nel circuito del festival dei tre paesi del lago d’Iseo: Solto Collina, Fonteno e Riva di Solto, in provincia di Bergamo. La proposta è stata quella di uno spettacolo di comunità, che ha coinvolto gratuitamente più di 400 persone dei diversi comuni. «All’inizio temevo una scarsa partecipazione - racconta Walter - ma subito la risposta è stata talmente positiva che ho pensato a una regia di grandi masse e a un teatro costruito non su gesti rievocativi ma su simboli che rimandano a concetti più grandi».

Se lo spettacolo di Walter era pieno di volti, colori e voci diverse, una scelta radicalmente opposta è stata quella di Davide Pini Carenzi, laureato alla specialistica nel 2010, il cui teatro punta tutto sul lavoro dell’attore come “centro-motore”. Due gli spettacoli portati in scena: “Campo Santo“ di cui è regista, drammaturgo e unico interprete, e "Pregare non è solo muovere le labbra. Il Novecento di Paolo VI" un monologo che interpreta, diretto da Mariano Dammacco.


Davide racconta che quest’anno la messa in scena di “Campo Santo” è stata la data più difficile della sua vita. Lo spettacolo è stato, infatti, rappresentato al carcere di Canton Mombello di Brescia. «Il carcere è il luogo non teatrale per eccellenza e non è stato un pubblico facile, alcuni hanno anche abbandonato la sala - sottolinea l’attore -. Ma chi è rimasto fino alla fine ha assistito a un teatro “in fieri”, che si faceva grazie a un contatto stretto con gli spettatori. Il rischio artistico era forte e per me questa sarà una data che non dimenticherò facilmente». Grazie a Crucifixus, Davide si è avvicinato per la prima volta al teatro di narrazione con lo spettacolo dedicato al Papa bresciano, un testo che cerca di raccontare la storia personale e religiosa di Giovanni Battista Montini.

Nel cartellone del Festival di Primavera c’era anche Alice Rota, laureata quest’anno in teatro, che con la sua voce ha accompagnato l’attrice Beatrice Faedi nello spettacolo “Planzete Zieli”; cantando diverse arie dell’opera lirica di grandi compositori, da Verdi a Puccini. «Cantando, dialogavo con l’attrice attraverso la rappresentazione, come a raffigurare una sorta di angelo custode, una protezione che l’accompagnava durante il percorso nel testo – racconta Alice - per me è stata un’esperienza bellissima, anche perché, per la prima volta, mi sono trovata a cantare in uno spettacolo di prosa, con un pubblico come quello della Valle Camonica davvero caloroso. Si è anche instaurato un legame con la protagonista che è andato al di là della rappresentazione e che durerà nel tempo».