Una visita preparata nei minimi dettagli con l’approfondimento della complessa realtà siro-libanese, delle dinamiche storico-istituzionali dell’area, degli attori locali e geostrategici di riferimento. Un gruppo di studenti iscritti all’ultimo anno di laurea magistrale in Politiche europee e internazionali della facoltà di Scienze politiche, nell’ambito delle attività culturali dell’anno 2010, sostenute mediante apposito bando da Educatt, ha progettato e realizzato un viaggio-studio in Libano e Siria alla fine dello scorso mese di ottobre. I sette studenti hanno dedicato, dopo la fase di preparazione con la professoressa Valeria Piacentini che li ha accompagnati sul campo, hanno potuto toccare con mano una situazione complessa e delicata come quella mediorientale.
Il viaggio è stato ricco di appuntamenti come quello di domenica 24 ottobre, a Beirut, con il Nunzio Apostolico, monsignor Gabriele Giordano Caccia, che ha celebrato la messa con il gruppo e ha poi condiviso, assieme al Comandante del Contingente italiano e del Settore ovest della missione Unifil 2 – il generale di brigata Giuseppenicola Tota – un momento di riflessione e confronto sull’attuale situazione libanese, l’apostolato della Chiesa Cattolica in Libano, l’efficacia e gli obiettivi della presenza delle truppe Onu su quel territorio, in particolar modo dopo il 2006, lungo il “rovente” confine con lo Stato di Israele.
Tra gli altri incontri-luoghi significativi, c’è stata anche la giornata trascorsa con i responsabili e gli allievi della “The Canadian Lebanese Academy of Excellence”, situata a Nabatiye nel Sud del Libano, una scuola internazionale per giovanissimi libanesi nati e cresciuti all’estero, le cui famiglie hanno deciso di rientrare in patria. È seguita una mezza giornata nella base militare italiana di Shama, sempre al Sud, con il comandante Tota, il suo assistente Militare capitano Roberto Forlani, e una nutrita rappresentanza di soldati italiani impegnati, a vario titolo, nell’ambito del mandato.
Particolarmente toccante la visita del campo profughi di Sabra e Chatila, noto alle cronache per i terribili massacri del 1982 nonché oggetto di numerose pubblicazioni e inchieste giornalistiche. I siti archeologici di Sidone, Tiro, Byblos e Baalbeck hanno dato uno spaccato delle lontanissime radici culturali e storiche di questo lembo di terra proiettato sul mare. Ma molte ancora sono state le tappe del viaggio: la valle degli “Anacoreti” e il Monastero di Sant’Antonio, i castelli crociati di Beaufort e Saint-Gilles, la città bizantina e poi islamica omayyade di Anjar, sita in territorio “armeno”-libanese.
Percorrendo la fertile vallata della Beka’, così ridente e così tristemente contesa, il gruppo è entrato in Siria. Qui ha soggiornato due giorni prima del rientro in Italia. Due sono state le tappe: Damasco, con la grande, verde Moschea degli Omayyadi, il trafficatissimo suk, l’ordinata e pulita Città Vecchia, le “tracce” della conversione e dell’impegno cristiano di San Paolo. Quindi, ultima meta è stato il Monastero di Mar Mousa, ai margini del Grande Deserto di Siria, dove si incontra un’umanità cosmopolita e spirituale. Un’esperienza intensa e proficua, una perfetta integrazione con quanto appreso sui libri e in aula.