L’odontoiatria e l’ortodonzia possono migliorare la qualità della vita delle persone con Sindrome di Down. L’assenza di alcuni denti definitivi o le dimensioni dentali alterate che caratterizzano questi persone determinano infatti una mala occlusione, rendendo progressivamente sempre più irregolari e difficoltose attività quotidiane come la masticazione e la dizione con una ricaduta significativamente negativa della qualità di vita. Una terapia ortodontica tempestiva può facilmente aiutare le persone con Sindrome di Down a mangiare e parlare meglio, due delle attività che più condizionano l’interazione sociale. Alla trisomia 21, questo il nome scientifico della sindrome, sono frequentemente collegate una serie di fastidiose patologie dei denti e della bocca come piorrea, gengiviti, infezioni del cavo orale, tutte evitabili con una pronta visita dallo specialista.
Il Dipartimento per l’Assistenza Sanitaria di Discipline Odontostomatologiche del Policlinico universitario “Agostino Gemelli”, collabora da alcuni anni con l’AIPD- Associazione Italiana Persone Down, nella creazione di un servizio di odontoiatria e ortodonzia con terapie specifiche e metodologie di trattamento personalizzate.
Nell’ottica di una sempre maggiore attenzione alle esigenze di questi pazienti il Dipartimento di Discipline Odontostomatologiche del Gemelli, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Meccanica del Politecnico di Bari diretto dal prof. Luigi Galantucci, in occasione della Giornata Nazionale della Persona con Sindrome di Down, che si è celebrata in tutta Italia domenica 10 ottobre, ha presentato un nuovo progetto di ricerca: attraverso l’uso di un complesso sistema composto di più fotocamere digitali e sofisticati software, si crea una immagine virtuale del volto in 3 dimensioni che successivamente permette di misurare, confrontare, sovrapporre e quindi fare diagnosi accurate. il metodo non esclude l’esposizione alle radiografie, ma ne limita fortemente l’uso. «In sostanza – spiega il prof. Roberto Deli, direttore del Dipartimento di Discipline Odontostomatologiche - la fotogrammetria 3D è una tecnica di rilievo che permette di acquisire dei dati metrici di un oggetto - forma e posizione - tramite l'acquisizione e l'analisi di più fotogrammi stereometrici, similmente a quanto impiegato in architettura o in cinematografia, ma oggi sperimentata in medicina/odontoiatria. Al momento sono stati osservati circa 50 bambini con s.d. e il nostro obiettivo è, aumentando il numero di pazienti, di studiare la possibilità di una vera e propria tipizzazione dei vari quadri clinici».
Sempre in occasione di questa giornata, promossa da AIPD, il Dipartimento di Discipline Odontostomatologiche del Gemelli ha realizzato brochure informative ad hoc sugli aspetti odontoiatrici della sindrome e sulle possibilità terapeutiche che saranno messe a disposizione della cittadinanza in tutti i gazebo allestiti nella città di Roma. Al Policlinico Gemelli esiste una specifica sezione dedicata ai bambini con Sindrome di Down o con gravi malformazioni congenite. Viene dedicato loro un giorno a settimana, il venerdì, in cui si effettuano cure. L’equipe, diretta dal prof. Deli, primario del servizio di Odontoiatria Riabilitativa ed Estetica e direttore del Dipartimento, è composta dalla dott.ssa Laura Cacucci, coordinatrice del servizio e dai dott. Aurora Forcella, Anna Borrelli, Giulia Vallogini, Raffaella Baffa.
«Questo è solo un esempio degli sforzi per rendere le cure quanto più ricevibili e accettabili dai pazienti con sindrome di Down, soprattutto quelli più piccoli - spiega il prof.Deli - infatti il tempo è un fattore determinante per l’efficacia delle terapie: quanto prima si interviene, tanto più vantaggioso sarà il risultato. La prima visita è consigliata verso i 4-5 anni per riequilibrare la crescita di palato e mandibola; dopo sono fondamentali assidui controlli periodici. Fondamentali i ruoli dell’ortodontista e del pedodontista. L’ortodontista si interessa dell’ipotonia presente a carico dei muscoli orali, periorali e della lingua, un problema che va affrontato precocemente in quanto determinante ai fini dello sviluppo cranio-facciale e delle arcate dentarie. A tal proposito l’ortodontista può ricorrere all’utilizzo di dispositivi orali che hanno lo scopo di rieducare i muscoli citati, ma per ottenere buoni risultati è importante che il bambino sia seguito contemporaneamente anche dal fisioterapista e dal logopedista sin dai primi sei mesi di vita per risolvere il problema della deglutizione atipica e per migliorare la dizione. Le malocclusioni scheletriche e dentali, ossia contrazione palatale, inversione del morso, iposviluppo del mascellare superiore, affollamento dentale, vanno trattate con le opportune apparecchiature ortodontiche. Le agenesie (assenza congenita) di alcuni elementi dentali, in particolare degli incisivi laterali e premolari, e le inclusioni dentarie, frequentemente dei canini, vanno verificate con una radiografia ortopanoramica e trattate con una adeguata terapia ortodontica, ortodontico-chirurgica o ortodontico-protesica. Da non trascurare il problema del bruxismo che è comunemente presente sia nel bambino che nell’adulto con sindrome di Down, e che comporta una graduale usura delle superfici dentali».
«Il pedodontista invece – conclude Deli -, data la maggiore incidenza della malattia parodontale, si occupa di eseguire delle sedute di igiene professionale almeno ogni 4 mesi; è presente una maggiore incidenza della carie solo in soggetti che non effettuano una adeguata igiene orale. In caso di cure più invasive (estrazioni complesse o bonifica, dovute ad una scarsa prevenzione) potrebbe essere necessario intervenire in narcosi».