È tutto nuovo. Nelle parole, nelle restrizioni, nei numeri sempre di più. Comizi americani all’ultimo metro, ospedali al millimetro. Ma i giovani votano e a St. Andrews si vede il futuro. Nell’Inverno si spera.
Sabato 31. L’Ottobre dei record: chiusure a tappe, ipotesi sui tavoli dei governi europei, grandi città a rischio lockdown. Fox riduce il vantaggio di Biden, ma un sondaggio non è mai una certezza e 60 milioni di elettori hanno già votato: il nuovo mondo è già qui. Il mondo della Ricerca non si è mai fermato: i nuovi anticorpi sono in sperimentazione, se la speranza sarà cura la Primavera arriverà davvero. Per ora arriva Novembre, il nono mese dopo Marzo che sembrava già così lontano. Nel Mar Egeo si contano le vittime, le emergenze continuano.
Domenica 1. Four weeks: anche Boris Johnson annuncia un lockdown, l’Europa deve arginare la piena. Con 100mila contagi al giorno, gli USA guardano alle differenze: Trump cerca la conferma in Pensylvania, Biden cerca la vittoria con le parole di Obama. Al mondo nuovo mancano due giorni. Il nuovo mondo continua a sciogliersi: quando sarà finita la pandemia sarà tutto più caldo, la “catastrofe climatica” accelera. Beato chi rimane accanto, beati i perseguitati e gli oppressi perché è già di essi il regno che non è stato in Terra
Lunedì 2. L’America del Nord si prepara: il presidente preannuncia ricorsi, Biden assicura nuovi piani, domani l’elezione è un referendum. Anche l’Italia attende: tra stasera e martedì nuovo decreto. Misure rafforzate a livello nazionale, più forti nelle regioni a rischio. Ci lascia Robert Fisk, che raccontava le guerre nel mondo e faceva del giornalismo una missione. Ci lascia Padre Sorge, il gesuita che combattè la mafia. Ci lascia anche Luigi Proietti, in arte Gigi, nell’arte di Roma quasi tutto. Coronavirus non ci lascia e raddoppia ogni giorno: nel nuovo mondo, ancora, occorre resistenza.
Martedì 3. Europa sotto attacco: tra la Sinagoga e la Cattedrale il terrorismo ha chiuso Vienna prima del lockdown, di nuovo un attentato a luoghi multipli nel cuore delle città. Election Day in America: il presidente chiude in Michigan, Joe Biden in Pensylvania, 100 milioni di elettori hanno già votato. A New York strade blindate e vetrine coperte: quest’anno è nuova anche l’attesa. In Italia la battaglia contro il virus è anche politica: senza collaborazione non si va avanti. Si va molto avanti nel Web: anche un nuovo sito è un nuovo mondo, le Università preparano il futuro, Yes, We Catt.
Mercoledì 4. Too close to call: quest’anno è nuova anche l’Election Night, non ha vinto né perso nessuno, i candidati rompono il silenzio, ma ci vuol ancora qualche giorno per la vittoria finale. L’elezione americana ha cambiato anche il Social network, ora attento anche ai contenuti: la sfida digitale è la più nuova, in tutte le sue forme. In Italia si stringe ancora e si procede a zone: l’epidemiologia guida le scelte, la politica le armonizza. Intanto, si pensa già al Natale: quest’anno il Christmas creep arriva ancora prima, il commercio viaggia nel Web e le luci nuove danno un po’ di sollievo.
Giovedì 5. Joe Biden parla già da Presidente: nella seconda notte americana, all’inizio dell’alba europea al ticket più votato di sempre bastano sei voti. L’Italia è divisa, in tre aree: le restrizioni autunnali seguono il criterio della gradualità. Nuove regole da rispettare sulla base di coefficienti di rischio, da domani si torna ad appiattire la curva. Mentre l’America attende, l’Europa si posiziona: il suffragio postale concede tempo e il rapporto con la più grande democrazia è cruciale per i decenni. Eppure, la vita è nuova ogni giorno ed è la quotidianità che conta, anche se in questi mesi è complessa. Proprio perché lo è.
Venerdì 6. Il mondo avrà un Presidente, ma è già davvero tutto nuovo. Covid era la notizia prima dei giorni elettorali, Covid sarà la notizia dei giorni a venire. La vera novità è affrontare tutto, “il libro degli eventi”, sostiene Symborska “è sempre aperto a metà”.