L’area metropolitana di Milano è quella che ha migliorato di più la gestione delle acque reflue: nel 2008 il 98% della popolazione usufruisce infatti dei trattamenti di depurazione delle acque reflue, contro una media nazionale dell’87,7% calcolata come media dei 111 comuni capoluogo di provincia. La città di Milano è quella in cui si è registrato l’incremento maggiore di popolazione servita dai trattamenti di depurazione (+684,0%, il che significa un aumento di quasi sette volte); la quota di popolazione servita era appena del 12,5% nel 2003. Le acque reflue contengono un'elevata quantità di composti chimici di origine sintetica (impiegati prevalentemente nel settore industriale), composti che devono essere smaltiti in maniera adeguata per non danneggiare l’ambiente e mettere a rischio la salute della popolazione (in quanto il mare, i fiumi ed i laghi non possono ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alle proprie capacità auto-depurative altrimenti la qualità delle acque e i normali equilibri dell'eco-sistema saranno irrimediabilmente compromessi).

IDENTIKIT DELLA PROVINCIA

Per quanto riguarda la popolazione anziana l’area metropolitana di Milano presenta nella classe di età 65-74 anni i seguenti valori: i maschi erano 183.848 nel 2003 e sono divenuti 200.244 nel 2007 (+8,92%) andando a costituire il 10,60% dei maschi residenti nella provincia metropolitana contro una media nazionale del 9,91%. Le femmine, invece, 225.903 nel 2003, sono passate a 238.863 nel 2007 (+5,74%) e ammontano all’11,9% delle femmine residenti in provincia contro una media nazionale del 10,94%.

Per la classe degli over-75enni, invece, i maschi erano 100.774 nel 2003, sono diventati 122.769 nel 2007, (+21,83%) e sono il 6,50% della popolazione maschile residente (contro una media nazionale del 7,29%). Le femmine sono passate da 199.750 a 225.323 tra 2003 e 2007 (+12,8%) e corrispondono all’11,23% delle femmine residenti, contro una media nazionale dell’11,68%.

L’indice di vecchiaia - un indicatore sintetico del grado di invecchiamento della popolazione che si ottiene dividendo la popolazione anziana (65 anni ed oltre) per quella dei giovani (generalmente fino a 15 anni) - nell’area metropolitana di Milano (dato 2007) è di 119,07% per gli uomini e di 182,20% per le donne, contro un valore medio nazionale di 115,61% e 170,43% rispettivamente.

Per quanto riguarda la salute riproduttiva della donna, l’area di Milano presenta un tasso di fecondità totale di 1,25 figli per donna contro un tasso medio italiano di 1,311. Nella provincia metropolitana di Milano l’età delle neomamme è salita molto, infatti a Milano si è registrato il maggior incremento dell’età media della donna al parto che è passata da 30,3 anni nel 2001 a 32,1 nel 2005 (contro un valore medio nazionale di 31,1 anni), evidenziando un aumento di ben 1,8 anni.

È frequente il ricorso all’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) che registra un valore nel 2004 di 12,78 casi per 1.000 donne vs una media nazionale di 9,67.

Il tasso di abortività spontanea nel 2004 per la provincia metropolitana di Milano presenta un valore pari a 118,46 per 1.000 nati vivi, contro una media nazionale di 124,76.

Milano risulta avere una speranza di vita alla nascita (dati 2005) di 78,62 per gli uomini (aumentata di 1,51 anni dal 2001) e 84,26 anni per le donne, contro valori medi italiani di 78,09 e 83,66 anni rispettivamente.

Per quanto riguarda il tasso standardizzato di mortalità oltre l'anno di vita nell’area di Milano si riscontrano valori di 120,10 per 10.000 tra gli uomini e 72,86 per 10.000 tra le donne, contro valori medi nazionali di 116,99 e 72,36 per 10.000 rispettivamente (2004).

L’area metropolitana di Milano presenta per la mortalità infantile e neonatale valori abbastanza bassi: 29,28 e 21,19 per 10.000 nati vivi rispettivamente, contro un tasso medio nazionale di 37,01 e 27,06 per 10.000 nati vivi (dati 2004).

L’area metropolitana di Milano presenta invece nel 2001 un tasso standardizzato di mortalità per tumori piuttosto elevato, di 46,16 per 10.000 per i maschi contro un valore medio nazionale di 40,32 e di 23,89 per 10.000 tra le donne contro un valore medio nazionale di 20,78. Fattori quali la maggiore presenza in questa provincia metropolitana di insediamenti industriali e di traffico veicolare, con relativo incremento dell’inquinamento atmosferico, possono essere associati ecologicamente al maggior tasso di mortalità per questa causa riscontrato a Milano e in altre province del Nord; vanno dunque incoraggiati gli interventi di riduzione dei fattori di rischio in tali aree.

Per quanto riguarda il tasso di mortalità per diabete mellito il valore più basso si riscontra a Milano per gli uomini (2,35 per 10.000) contro una media nazionale di 3,12 casi per 10.000.

Per le malattie del sistema circolatorio nell’area di Milano si registrano (anno 2001) tassi di mortalità pari a 46,23 per 10.000 maschi e 31,00 per 10.000 femmine, contro valori medi nazionali di 49,62 e di 34,85 rispettivamente. Si noti che nell’area di Milano c’è stata una diminuzione di questo dato, sia per gli uomini (-11,76% dal 1997) sia per le donne (-12,58%).

Nella città metropolitana di Milano le vittime della strada sono per gli uomini pari a 1,73 per 10.000 (-12,63% dal 1997) contro una media nazionale di 2,07. Tra le donne si riscontra un valore di 0,40 casi per 10.000 (-25,93% dal 1997), contro una media nazionale di 0,53 per 10.000.

LA SALUTE DELL’AMBIENTE

Complessivamente nell’area metropolitana di Milano l’ambiente non gode proprio di ottima salute. Quanto al monitoraggio della qualità dell’aria la provincia metropolitana di Milano presenta una bassa densità di centraline nel 2008 di 0,62 per 100.000 abitanti (le centraline sono addirittura diminuite del 12,68% dal 2003) contro un valore medio nazionale di 2,33.

Il Rapporto prende in esame l’inquinamento da polveri fini osservando i dati relativi al particolato Pm 10(l’insieme delle particelle di diametro inferiore a 10 micron - cioè inferiori a un centesimo di millimetro - è una polvere inalabile, ovvero in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore, naso e laringe).

Su questo fronte l’area metropolitana di Milano risulta avere performance pessime, infatti, analizzando i dati relativi al numero massimo di giorni di superamento del limite previsto per il Pm 10 (la normativa prevede che il valore limite giornaliero pari a 50 μg/mc non venga superato più di 35 giorni l’anno), si vede che la provincia metropolitana presenta un valore di 111 giorni annui di superamento del limite giornaliero, superiore sia al limite consentito di 35 giorni, sia alla media nazionale, che è di 61 giorni.

L’area metropolitana di Milano è terza in classifica per l’indice di attenzione all’eco-compatibilità, con 6,1 punti (anno 2008). Questo indicatore offre una stima del grado di attenzione alle compatibilità ambientali da parte della provincia e che si calcola tenendo conto di diversi fattori (acqua, aria, energia, rifiuti, rumore, trasporti e verde urbano). L’indice è aumentato del 3,04% dal 2007, un aumento molto più consistente che quello registrato nelle altre province metropolitane.

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti la provincia metropolitana di Milano registra una quantità procapite di rifiuti urbani raccolti pari a 577,6 Kg per abitante (kg/ab) nel 2008, contro una media nazionale di 615,8.

Si noti però che l’area metropolitana di Milano presenta nel 2008 un valore non elevato per la raccolta differenziata di rifiuti organici, del rifiuto verde e del legno (34,8 Kg/ab), contro una media nazionale di 52,0 (calcolata sul complesso dei 111 comuni capoluogo di provincia).

Sempre pensando alla salute dell’ambiente la provincia metropolitana di Milano presenta un tasso di motorizzazione degli autoveicoli (uno degli indicatori principali per la “mobilità sostenibile” perché è indicativo del numero di automobili e di veicoli circolanti per ogni 1.000 abitanti) nel 2008 pari a 557,9 per 1.000 contro un tasso medio nazionale di 616,7. Il dato di Milano è buono rispetto a quello di altre province e ciò è attribuibile in parte a un maggior ricorso al trasporto pubblico.

L’area metropolitana di Milano ha un tasso di motorizzazione dei motocicli (il numero di motocicli circolanti) pari a 108,4 per 1000 contro un tasso medio nazionale di 124,7. Lo scopo di questi due indicatori è fornire una sintesi quantitativa del rapporto tra il sistema della mobilità individuale ed il sistema residenziale ed infrastrutturale: elevati valori dei tassi di motorizzazione sono sintomo di una non sostenibilità dello sviluppo.

Quanto alla disponibilità di verde urbano, un indicatore importante per la salute dell’ambiente e della popolazione che si misura in metri quadri per abitante (rapporto tra la superficie del comune adibita al verde urbano e la popolazione residente), per l’area di Milano è bassa, nel 2008 pari a 16,2 mq per abitante, contro un valore medio nazionale di 93,6. Le aree verdi contribuiscono in vari modi a regolare il microclima cittadino: mitigano i picchi di temperatura, filtrano e purificano l’aria dalle polveri e dagli inquinanti ed attenuano i rumori e le vibrazioni, con un’azione positiva anche sull’inquinamento acustico. Infine, la presenza di verde soddisfa le esigenze ricreative e sociali della popolazione, e quindi è lo spazio ideale per svolgere attività fisica e contrastare il sovrappeso, contribuendo quindi a migliorare la qualità della vita nelle città.

OFFERTA SANITARIA DELLA PROVINCIA

Per quanto riguarda i servizi sanitari offerti dalla provincia metropolitana, Milano presenta i seguenti valori per i tassi standardizzati di dimissione ospedaliera in regime di ricovero ordinario: per gli uomini 1.359,37 per 10.000, per le donne 1.259,65 per 10.000 contro valori medi nazionali rispettivamente di 1.395,98 e 1.348,26. Per i tassi di dimissione ospedaliera in regime di day hospital, la provincia metropolitana di Milano presenta i seguenti valori: per gli uomini 582,38 per 10.000, per le donne 671,67 per 10.000, contro valori medi nazionali di 634,90 e 686,18 rispettivamente.

Nel 2005 l’area di Milano presenta un tasso di posti letto ospedalieri ordinari pari a 39,94 per 10.000, contro una media nazionale di 38,78. Nell’area metropolitana c’è la presenza di una quota discreta di privato accreditato con un tasso di posti letto pari a 8,26 per 10.000.

Quanto alla suddivisione dei posti letto si ha un tasso di posti letto ospedalieri ordinari per acuti di 34,78 per 10.000, e un tasso di 5,16 per 10.000 per lungodegenza e riabilitazione, contro una media nazionale di 33,44 e 5,34 per 10.000 rispettivamente.

Relativamente al tasso di posti letto nel 2005 in geriatria l’area di Milano presenta un valore di 1,25 per 10.000 abitanti di età superiore a 65 anni, contro il dato medio nazionale di 3,84 per 10.000.

Il tasso di posti letto in ostetricia-ginecologia nel 2005 è di 10,64 per 10.000, contro il dato medio nazionale di 10,06 per 10.000.

Nella provincia di Milano si riscontra un tasso di posti letto in pediatria di 19,32 per 10.000, contro il dato medio nazionale di 13,70 per 10.000.

Nell’area di Milano si registra un tasso di personale medico e odontoiatrico pari a 25,06 per 10.000 abitanti contro una media nazionale di 20,81.

E a Milano si registra un tasso di personale infermieristico di 50,24 per 10.000 contro un valore medio nazionale di 45,25 (dato 2005).

Per quanto riguarda l’offerta di dispositivi diagnostici, (anno 2005) Milano presenta per la TAC un tasso di 23,09 per milione di abitanti e per la TRM un tasso di 13,23 per milione di abitanti. I valori medi nazionali per TAC e TRM sono di 21,00 e di 10,41 rispettivamente.

CONCLUSIONI

Le problematiche ambientali rappresentano i fattori maggiormente critici nell’analisi dello stato di salute dell’area metropolitana milanese. Su questo versante il check–up condotto da Osservasalute vede infatti prevalere nettamente gli elementi negativi o tutt’al più in media nazionale, rispetto a quelli incoraggianti o nettamente positivi per la salute dei cittadini.

Tra gli indicatori proposti quello riferito all’inquinamento atmosferico continua a preoccupare maggiormente per le inevitabili ricadute sulle fasce più deboli della popolazione. Malgrado l’ampio dibattito circa le cause e i rimedi e, in particolare, sulla efficacia dei provvedimenti che scoraggiano l’accesso alle zone centrali della città da parte dei veicoli maggiormente inquinanti, l’indicatore che esprime il numero di giornate di superamento della soglia di tollerabilità delle concentrazioni di particolato Pm10 mostra valori pari ad oltre tre volte il valore soglia e ad oltre due volte il dato medio nazionale. Se a questo si associa la scarsa disponibilità di verde urbano, si potrebbe sostenere che è necessario un processo di seria riflessione circa le politiche ambientali sin qui attuate e che si intendono porre in essere anche in vista di ormai  prossime scadenze collegate ad esempio allo svolgimento di Expo 2015. Vi sono però anche segnali positivi su questo stesso fronte. È impressionante il miglioramento conseguito con l’attivazione del sistema di depurazione delle acque reflue, confrontando i dati disponibili relativi al 2003, ed è incoraggiante il terzo posto dell’indice che misura il grado di sensibilità alle compatibilità ambientali, in miglioramento tra 2007 e 2008. Così come appare un segnale apprezzabile il buon livello di disponibilità all’utilizzo del mezzo di trasporto pubblico la cui fruizione andrebbe probabilmente ulteriormente incoraggiata attraverso adeguate politiche di sostegno. Questo anche in relazione all’indicatore dello stato di salute che maggiormente dovrebbe rappresentare fonte di preoccupazione, ossia la mortalità per tumori, che continua ad essere segnalata come superiore al dato medio nazionale sia per il sesso maschile che per il sesso femminile e ciò a fronte di andamenti positivi di altri indicatori di mortalità specifica quali quello per diabete e per malattie cardiovascolari.

Il Rapporto segnala anche come l’area metropolitana subisca un processo di progressivo invecchiamento della popolazione; fenomeno che, come noto, pone in allerta il sistema sanitario per l’incremento della morbilità, delle co-morbilità e dunque della fragilità di questa componente della popolazione. A fronte di questa situazione il sistema sanitario sembra mostrare una buona tenuta per quanto si riferisce alla disponibilità di posti letto ospedalieri, di risorse umane e strumentali anche se è noto come la gestione della cronicità sia fondata anche su un’adeguata offerta di servizi socio-assistenziali territoriali.

In sintesi in Rapporto offre significativi spunti di riflessione circa la qualità della vita dell’area metropolitana milanese, segnalando l’urgenza di assumere provvedimenti intersettoriali che siano orientati ad una maggiore tutela della salute pubblica e della qualità di vita con un auspicabile viraggio verso un deciso sostegno nei confronti dei comportamenti virtuosi e dell’empowerment dei cittadini.