C’è sempre da imparare dalle aziende di successo, piccole, medie o grandi che siano. Le lessons learned, ovvero le “lezioni imparate”, hanno guidato l’analisi condotta dai professori dell’Università Cattolica Fabio Antoldi e Daniele Cerrato su 31 imprese testimoni del made in Italy nel mondo. Con un intento specifico: indicare, attraverso evidenze empiriche tratte dalle best practice manageriali adottate da queste aziende, i fattori che rendono vincente un’impresa.
I risultati di questo studio sono raccolti nel libro “L’eccellenza manageriale. Imparare dalle Best Managed Companies italiane” (Franco Angeli), presentato martedì 16 luglio nell’ambito di un evento dedicato al tema, promosso dall’Alta Scuola Impresa e Società (Altis) e da Deloitte. Il libro illustra anche i risultati della prima edizione italiana del Best Managed Companies (BMC), il contest promosso da Deloitte per identificare le imprese meglio gestite a livello internazionale.
Secondo Istat, nel nostro Paese operano 4,263 milioni di imprese registrate. Di queste, solo lo 0,1% (poco meno di 3.400) ha più di 250 addetti. Questo dato potrebbe indurre a pensare che il restante 99,9% sia economia marginale. Invece conta il 60% del valore aggiunto privato nazionale e il 66,7% dell’occupazione. Tra queste realtà, di matrice più imprenditoriale che manageriale, figurano diverse imprese eccellenti, come le 31 aziende prese in esame nel volume. Fra loro sono molto eterogenee: hanno infatti un fatturato che va dai 10 milioni ai 2 miliardi di euro, alcune sono rappresentative di brand noti e consolidati sia nel settore del largo consumo (Fratelli Carli) sia di quello del design (Kartell o iGuzzini), altre invece appartenenti a settori tecnici poco conosciuti (Tapì e Trime). Eppure il fil rouge che le accomuna resta uno: l’ambizione di evolvere verso un modello di successo.
Attraverso la loro analisi i professori Antoldi e Cerrato cercano così di rendere pubblici aspetti di vita vissuta da aziende italiane che, da una parte, sono la conferma di principi di management riusciti, dall’altra, offrono suggerimenti operativi su come si possono costruire percorsi di eccellenza alternativi.
Quali sono gli aspetti che rendono davvero eccellente un’impresa? Volendo fare una classifica, sostengono i professori dell’Università Cattolica, se ne possono individuare dieci: 1) lo spirito imprenditoriale ovvero la passione per realizzare cose nuove; 2) la cultura dell’innovazione, fatta non da ingegneri e ricercatori in camice bianco, ma da una creatività pervasiva che coinvolge tutte le funzioni e induce al cambiamento costante; 3) la strategia chiara, cioè la capacità di darsi obiettivi coerenti; 4) la valorizzazione delle persone e dei loro talenti; 5) la capacità di misurare costantemente la performance; 6) l’attenzione alla sostenibilità; 7) l’apertura ai mercati internazionali; 8) il crescere con coerenza; 9) la continuità nella governance aziendale; 10) un dialogo aperto e responsabile con gli stakeholder.