Un progetto biennale finalizzato allo studio di nuovi biostimolanti per implementare la coltivazione di riso e pomodoro, «riducendo - come sottolineato dal preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Marco Trevisan, la fertilizzazione e l’uso di prodotti fitosanitari.»
Un risultato che è frutto della ricerca. L’Università Cattolica del Sacro Cuore negli ultimi anni ha isolato decine di ceppi microbici con attività biostimolanti, identificandone più di 60 aventi marcate caratteristiche di promozione di crescita della pianta ed assoluta sicurezza per la salute dell’ambiente e dell’uomo.
Ora lo studio, coordinato dal microbiologo Edoardo Puglisi della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali e sviluppato insieme a Giorgio Mazzoni di Terrepadane, è finalizzato a validare l’efficacia di alcuni prodotti naturali e ceppi batterici nella coltivazione del pomodoro e del riso in una serie di prove sperimentali di campo.
Tramite opportune tecniche di valutazione delle caratteristiche, sono stati individuati 4 ceppi che risultano essere i più promettenti per una sperimentazione ed una diffusione nel settore agricolo locale.
«Fortunatamente molti batteri - ha ricordato Puglisi - sono nostri alleati; alcuni sono vantaggiosi per la nostra salute; altri hanno effetti benefici sulle piante; il gruppo di batteri già isolati dalle radici del pomodoro aiutano la crescita e solubilizzano il fosforo; hanno inoltre stimoli diretti sugli ormoni ed inibiscono i patogeni.» Le premesse sono ottime.
«Noi - ha ribadito Crotti, presidente del Consorzio AgrarioTerrepadane - abbiamo la fortuna di poter contare su un’Università di grande livello scientifico; il nostro Consorzio, dal canto suo, investe in innovazione per dare risposte alle imprese e per ridurre impatto ambientale e conseguire sostenibilità, tutelando il reddito degli imprenditori agricoli.»