Bruciare la legna per il riscaldamento domestico è una tradizione culturale assai diffusa nell’arco alpino, e non solo, ma quali impatti comporta? Quali sono gli strumenti efficaci per aumentare la consapevolezza dei cittadini su temi così tradizionali? Quali sono le innovazioni tecnologiche presenti oggi sul mercato per favorire un utilizzo sostenibile della legna e del pellet? Quali, ancora, i meccanismi utili per una reale transizione energetica nello spazio alpino e quali le leve normative per implementare una politica di sostegno alla produzione di energia da legna e pellet pulita e a livello locale?
Queste e altre domande hanno segnato l’avvio di BBCLEAN, il progetto cofinanziato da Interreg Alpine Space Programme e da una rete di 8 Partner Europei, provenienti dagli stati alpini Francia, Germania, Austria, Slovenia e Italia, guidati dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e in particolare dal Dipartimento di Matematica e Fisica della sede di Brescia, con l’obiettivo di acquisire competenze in tema di biomass burning, sviluppare una politica innovativa e condivisa nello spazio alpino, favorire il mercato sostenibile della legna locale e la miglior conoscenza degli effetti sulla salute di questo antico combustibile domestico.
Mentre i partners sono impegnati da oltre 30 mesi nelle attività del progetto che vedrà la conclusione nell’aprile 2021, i risultati raggiunti fino ad oggi saranno illustrati giovedì 15 ottobre nell’ambito della conferenza internazionale “Legna e pellets alla sfida della sostenibilità ambientale” promossa dai Partner italiani (ARPA Valle d’Aosta e Università Cattolica del Sacro Cuore) presso la sede di Arpa Valle d’Aosta.
La conferenza si focalizzerà su come sono state condotte le campagne di sensibilizzazione sull’uso della biomassa legnosa come combustibile domestico, sulla conoscenza del legno, del pellet, del cippato da bruciare, partendo dal presupposto che è importante saper scegliere bene il materiale, verificandone la qualità, i venditori e produttori locali, le certificazioni riconosciute dei materiali e la loro provenienza.
“La legna sta tornando alla ribalta come combustibile interessante per limitare le emissioni di carbonio e contrastare così il cambiamento climatico - specifica il prof. Giacomo Gerosa, referente scientifico del progetto - Questo accade non tanto perché bruciando legna non si produca anidride carbonica, quanto perché quella rilasciata dalla combustione equivale alla quantità assorbita dalla vegetazione con la fotosintesi durante il ciclo vitale delle piante. Per questo la legna può essere considerato un combustibile carbon neutral”.
Bruciare legna per produrre riscaldamento domestico presenta tuttavia degli inconvenienti.
“Il fumo di legna immette nell’atmosfera fino a 5000 volte più PM che bruciare metano per produrre la stessa quantità di calore, specialmente utilizzando tecnologie scarsamente efficienti come il caminetto - prosegue Gerosa. - Le cose migliorano se si utilizzano stufe con sistemi di combustione più efficienti. Il progetto BBCLEAN nasce infatti per individuare quelle soluzioni che permettono di impiegare al meglio la legna per la produzione di calore domestico nell’area alpina, minimizzando nel contempo l’impatto sull’ambiente e sulla salute del l’uomo” conclude.
Tra le varie soluzioni che saranno presentate nella giornata, anche una web app per cellulare in grado di orientare i cittadini di Storo (TN) e Vezza d’Oglio (BS) - i due casi studio del progetto - verso una combustione consapevole, suggerendo ora per ora e fino a tre giorni di distanza, le ore migliori in cui è meglio accendere la stufa per evitare che i livelli di PM superino la soglia critica stabilita dalla normativa per la protezione della qualità dell’aria.