Il Coronavirus ci ha costretto a ripensare tempi, spazi e modi di “fare socialità” anche per quei servizi legati alla scuola e ad attività ricreative comunitarie. Da qui l’idea di Antonio Molinari, dottorando in Cattolica e collaboratore Asa, in qualità di coordinatore delle Acli della Vallecamonica, di attivare un “Dopo scuola digital”, coinvolgendo giovani studenti universitari dell’Ateneo, ma non solo.

«Il progetto “Dopo scuola digital”- ci spiega Antonio - mette in contatto le famiglie che necessitano di un servizio dopo scuola con giovani e studenti universitari disponibili a svolgere gratuitamente il servizio attraverso una piattaforma digitale propria o messa a disposizione dalle Acli Valle Camonica. Ho pensato che per gli studenti poteva essere questo un modo per condividere le conoscenze, una prova per sperimentare l’insegnamento, nonché per sensibilizzare giovani e universitari a donare parte del loro tempo libero alla comunità in questo periodo difficile per tutti. Sono convinto che un gesto di condivisione e animazione della comunità valorizzando la relazione e il sostegno umano attraverso le nuove tecnologie, possa essere un modo per sostenere i nostri bambini e ragazzi».

La proposta è stata accolta in pochi giorni da 23 studenti frequentanti diverse facoltà, da Scienze della formazione, a Psicologia, Economia, Scienze politiche e Scienze linguistiche

Il dopo scuola digital è stato subito apprezzato dalle famiglie, già duramente provate tra smart working dei genitori e difficoltà della didattica online, e oggi 18 tra bambini e ragazzi con età fra i 6 e 16 anni sono seguiti a distanza. Le attività proposte dai progetti spaziano dall’aiuto compiti, potenziamento didattico, letture, consigli su metodo di studio e orientamento scolastico informale.

Paolo Valzelli, secondo anno della magistrale in Scienze e tecniche psicologiche, con altri quattro volontari ha attivato il progetto “ludoteca“ per intrattenere un gruppo di bambine di 6 anni e per farle incontrare virtualmente attraverso giochi, disegni e canti.

Da questi primi contatti emerge un forte bisogno di socializzazione, di avere contatti che vadano oltre la cerchia familiare, come testimonia anche Katia Pedrazzi, laureata in Scienze linguistiche, che si è messa a disposizione per insegnare inglese e tedesco. «Per le mie piccole bambine, anche solo raccontare a un esterno quello che stanno facendo in casa, è già un divertimento e a questo aggiungiamo qualche nozione linguistica».

L’esperienza di giovani e studenti universitari che in maniera libera e volontaria mettono a disposizione le loro competenze e i loro interessi si inserisce nei valori di partecipazione attiva alla vita della società e di restituzione di quanto appreso che può essere ricondotto a esperienze di “peer education”.
 
«C’è bisogno di dare un segnale generativo e fecondo alle nostre comunità - tiene a precisare Antonio -reciprocità, prendersi cura dell’altro, non rimanere soli riscoprendo il potenziale delle nuove tecnologie non sono un antidoto solo al Coronavirus ma anche alla nostra società a tratti egoistica e ripiegato sulla massimizzazione del profitto personale. Viviamo il presente, costruiamo il futuro».

Per aderire al progetto o avere maggiori informazioni si può contattare il presidente delle Acli della Vallecamonica Antonio Molinari (348 9153541) o scrivere alla mail vallecamonica@aclibresciane.it.