Scegliere l’università è un momento chiave per la vita di ogni ragazzo. Ma lo è anche per i suoi genitori, che spesso accompagnano i figli in questo processo, a volte influenzandoli verso scelte che magari non ne rispecchiano passioni e inclinazioni. Università Cattolica ha deciso di organizzare un incontro, ovviamente online, all'interno della settimana Open Week proprio per aiutare gli adulti a essere strumento utile e non fattore di ansia per la scelta dei figli. Sul palco digitale di "Conoscere l'università per accompagnare i figli nella scelta" c’erano il direttore dell’Area Offerta Formativa Michele Faldi e la prof.ssa Emanuela Confalonieri, ordinaria di psicologia dello sviluppo, moderati da Federica Terzaghi, responsabile promozione, orientamento e tutorato dell’Università Cattolica. 

«Indecisione e incertezza sono tipiche dell’adolescente – ha spiegato Confalonieri- ma prima della pandemia il mondo adulto forniva punti di riferimento che ora mancano, facendo navigare più a vista i ragazzi». Nonostante ciò è bene che ogni genitore resti sullo sfondo, facendo sentire la propria fiducia, senza aggiungere pressioni al processo decisionale: «Se vostro figlio sentirà la scelta come sua si assumerà più responsabilità anche di fronte a difficoltà e dubbi. Se le esperienze scolastiche sono state poco entusiasmanti sappiate che spesso l’università può far scoprire motivazioni e capacità che gli studenti stessi prima non conoscevano» conclude Confalonieri. 

«La pandemia ci ha costretto a ripensare l’università -ha aggiunto Faldi-. C’è chi paventa la fine della didattica in presenza, io invece credo che dovremo essere capaci di contemperarla sempre meglio con la didattica a distanza. Il Covid sta accelerando il cambiamento dell’università: basti pensare che l’emergenza ha reso professionalizzante la laurea in medicina, senza rendere necessario l’esame di stato. In pochi mesi si è compiuto un percorso di anni. Inoltre, dai 354 corsi presenti in Italia venti anni fa oggi le matricole si trovano davanti a 4854 corsi da scegliere. Per scegliere è bene informarsi a fondo e su questo i nostri uffici possono dare un grande aiuto». 

Tra le tante domande emerse sulla chat dell’incontro diverse riportavano timori sulla didattica a distanza e sui test di ingresso, spesso considerati una modalità che esclude candidati ideali in favore di chi compila perfettamente dei test: «Per noi l’università è da vivere, è esserci ma sulla didattica a distanza già da questo semestre siamo più sereni -ha risposto Confalonieri-. Io in lezione ho molte più domande in chat o webcam di quanto accadesse in presenza. Si espongono di più e si fanno più domande. È una esperienza di crescita sia per noi che per gli studenti». 

I test di ingresso sono invece una realtà immutata dalla pandemia, necessaria perché l’accesso libero ad alcune facoltà non consentirebbe la gestione degli iscritti prima alle università e poi al mondo del lavoro: «Non è la modalità migliore ma è quella più realizzabile -ha confermato Faldi-. Molti studenti e genitori lo vivono come uno stress la preparazione del test, io suggerisco sempre di usarlo come un allenamento e di avere un piano B in caso di insuccesso. Dal punti di vista tecnico il nostro ufficio Orientamento è disponibile per dare supporto». 

Infine un genitore ha chiesto perché valesse la pensa iscriversi in Cattolica: «Ogni anno sottoponiamo alle matricole un questionario per conoscerle meglio. Gli iscritti di quest’anno hanno scelto l’ateneo perché qui ritenevano possibile seguire le proprie inclinazioni personali -ha risposto Faldi-. È l’attenzione allo studente su cui si raccomandava già il nostro fondatore Padre Gemelli cento anni fa. Io posso dirle che mi sono iscritto ai miei tempi perché qui oltre a docenti di livello e bei corsi ho trovato un ambiente che mi ha accolto. Qui si diventa uomini oltre che esperti. Il mondo del lavoro tra cinque anni sarà diverso ma avrà innanzitutto bisogno di persone capaci di affrontare le sfide che la realtà pone».