Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Matteo (Mt 12,1-2)
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Nella scena finale di “Erodiade” che Flaubert pubblica nel 1877, Antipa si tiene il capo tra le mani, solo nella sala del banchetto. Ha fatto uccidere un innocente, controvoglia e pieno di dubbi. Erode ha nemici che lo incalzano, amici di cui non si può fidare, protettori stranieri da non contrariare, deve mostrare capacità di attuare la parola data. Ingabbiato nel suo ruolo, ha ucciso un uomo che in catene parlava da libero. Schiava è anche la moglie Erodiade, cresciuta in un ambiente di violenza, tradimento, intrigo: data in sposa a uno zio, è ora alla corte di un altro per brama di potere. La sua vita ricorda quella di tanti membri di organizzazioni criminali di oggi, vittime e carnefici indifferenti al crudele e al disumano. La figlia danzatrice appare atona, priva di volontà: potendo avere dal tetrarca qualunque cosa, si fa dettare dalla madre una richiesta di violenza estrema.
Nella seconda parte dello stesso capitolo Matteo opporrà a questo banchetto di potenti, in cui l’unico piatto che compare sulla scena porta la testa di un uomo decapitato, la moltiplicazione dei pani, in cui condividendo il poco viene sfamata una moltitudine.
Enrico Fabrizi
Docente di Statistica Economica, Economia e Giurisprudenza