Tra le porpore che papa Francesco domenica 25 ottobre ha annunciato al termine della preghiera dell’Angelus, in vista del concistoro del 28 novembre, c’è un laureato dell’Università Cattolica, che fino a quarant’anni fa è stato anche docente e direttore di dipartimento in Università.

Si tratta di padre Raniero Cantalamessa, 86 anni, cappuccino, dal 1980 predicatore della Casa Pontificia. Per età non potrà partecipare a un eventuale conclave.

Dopo la laurea in Teologia presso l’Università di Friburgo, padre Raniero si iscrisse in Università Cattolica dove nel 1969 si laureò in Lettere classiche sotto la guida di Giuseppe Lazzati, docente di Letteratura cristiana antica e rettore dell’Ateneo. 

La conoscenza approfondita del greco e del latino gli risultarono congeniali per proseguire lo studio del Nuovo Testamento e dei Padri della Chiesa, anche se nella sua formazione non mancarono autori moderni (in un’intervista televisiva ha dichiarato: «La lettura dei romanzi russi per me è stata preziosissima, perché aiuta a penetrare nel cuore della gente, a vedere quali sono le preoccupazioni, le passioni, le domande della gente. Ho anche dei pensatori prediletti: Pascal e Kierkegaard. Tra i miei poeti prediletti: Péguy e Claudel. E poi anche i mistici, perché i mistici sono delle personalità straordinarie»).

Diventò assistente del professor Lazzati e poi – dopo aver vinto il concorso - suo successore sulla cattedra di Letteratura cristiana antica, professando anche il corso di Storia delle origini cristiane. La collaborazione con il maestro divenne molto intensa e spesso dovette sostituire negli impegni della docenza il professor Lazzati, preso dalle responsabilità del rettorato e dalle attività ecclesiali nazionali in cui era coinvolto. Successivamente lo sostituì anche come direttore del Dipartimento di Scienze religiose.

Nel 1979 padre Cantalamessa – quasi per una “seconda chiamata” - abbandonò la docenza universitaria per dedicarsi esclusivamente alla Parola di Dio, mettendo a frutto gli studi accademici. In una dichiarazione televisiva ha affermato: «Non ho inteso scuotere la polvere dai miei piedi, non rinnego il passato di studente e docente ma ho avvertito la chiamata a mettere la formazione raggiunta a disposizione di un numero più vasto di persone rispetto a quello degli studenti universitari, al fine di aprire la tradizione cristiana al maggior numero di persone». Un modo per aprirsi maggiormente al mondo, per allargare lo sguardo “non solo all’origine cristiana ma alla storia della chiesa tutta”.

Così nel 1980 divenne predicatore della Casa Pontificia, con il compito di dettare in Avvento e in Quaresima le meditazioni al Papa e alla Curia romana. Tale compito lo vede tuttora attivo non solo in Curia ma anche all’estero ove si reca per predicare esercizi spirituali e ritiri.

Per un lungo periodo ha commentato su Rai 1 il Vangelo della domenica, divenendo un volto noto per il mondo cattolico e non solo.