Delitti di sangue, processi e giustizia. I più grandi tragediografi della cultura classica occidentale come Eschilo, Sofocle ed Euripide tratteggiarono i fondamenti giuridici che sono entrati anche nell’ossatura della nostra costituzione. Marta Cartabia, vice presidente della Corte costituzionale, per la lezione inaugurale del corso di Istituzione di diritto pubblico dell’Università Cattolica si è confrontata con gli studenti in una riflessione profondamente antropologica di come già nella tragedia classica fossero presenti archetipi giuridici e di come anche nei processi di più di duemila anni fa fosse fortemente presente la componente umana.
La fecondità di testi come Edipo Re e Antigone di Sofocle si radica nel fatto che il mito, già nelle sue rappresentazioni sceniche originarie, è una rielaborazione di vicende legate all’attualità. «Alcune dinamiche di oggi, ha ricordato Marta Cartabia, riguardano e interrogano la vita degli uomini nelle società di ogni tempo. George Steiner parla di un’energia di reiterazione nei testi della tragedia antica, una forza che accumuna gli uomini di ogni tempo che si coglie attraverso il dato del presente».
I temi affrontati sono molteplici: uno dei più interessanti è quello sulla fallibilità dell’uomo che ritroviamo nell'Edipo Re di Sofocle. Edipo è principe di Corinto e come ogni altro essere umano cade vittima della tragedia della conoscenza quando scopre che l’uomo che ha ucciso è suo padre e la donna che sposerà successivamente è sua madre. Altro tema portante è quello dell’ingiustizia a cui l’uomo è abituato a rispondere.
Tragedie come le Eumenidi di Eschilo venivano inscenate in un periodo precedente alle riforme di Clistene in cui erano i membri dell'areopago (aristocratici ateniesi) che giudicavano chi commetteva delitti di sangue come nel caso di Oreste che uccise la madre per vendetta. Con Pericle si consolidò la democrazia e la figura dell’aeropago venne sostituita da un consiglio di giudici popolari chiamato Eliea.
La funzione giurisdizionale aveva una enorme importanza nella democrazia ateniese, perché non si limitava a risolvere le controversie tra i cittadini, ma stabiliva anche se essi avevano adempiuto alle loro mansioni pubbliche e ai loro doveri religiosi. L’accusa, la difesa, l’istituzione di un tribunale: il processo fatto ad Oreste nelle Eumenidi ha la stessa ossatura di quello contemporaneo. Infatti troviamo tutte le componenti del giusto processo presenti nella nostra costituzione. Per gli studenti che si approcciano per la prima volta al diritto pubblico è stata un’occasione per riflettere quanto sia importante comprendere e rileggere la tragedia classica anche sotto un profilo giuridico.