di Marco Bardazzi *

La copertina dell'ebook "CattolicaPost. Un anno di esperienze e progetti nell'alta formazione in Università Cattolica"L’episodio ha ormai dieci anni, in tanti lo hanno citato e probabilmente molti di voi lo conoscono già. Eppure vale la pena ricordare ancora una volta quell’unica volta in cui lo scrittore americano David Foster Wallace salì sul palco di un college per un commencement speech, il tradizionale discorso ai neolaureati che chiude l’esperienza accademica dei ragazzi statunitensi e apre per loro le porte del mondo del lavoro.

Foster Wallace guardò la classe dei laureati del Kenyon College e cominciò il discorso così: «Ci sono due pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: “Salve, ragazzi. Com’è l’acqua?” I due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa: “Che cavolo è l’acqua?”». 

Si possono dire molte cose su quell’acqua. Per i Millennials – i giovani nati negli anni in cui moriva il XX secolo che oggi sono alle prese con lauree e master – l’acqua è un mondo in piena disruption provocata dal digitale, nel quale nuotano agevolmente. Senza accorgersi di essere immersi in un elemento che sconvolge invece i loro predecessori, stravolge modelli di business, crea crisi e opportunità, fa saltare certezze acquisite dalle generazioni precedenti.

Da bravi nativi digitali, in quest’acqua ci sguazzano ma rischiano di non comprendere fino in fondo le possibilità che la naturalezza offre loro. Ai pesci più anziani tocca quindi il compito di far scoprire come usare al meglio pinne e branchie, aiutando a offrire contesti, percorsi storici e mappe con le rotte da seguire. La ricchezza dell’offerta formativa documentata in questo ebook è tale da permettere ai nuovi talenti dell’Università Cattolica di essere pronti ad affrontare gli oceani.

Da pesce che ormai da tre decenni si sposta a colpi di pinne prima nelle redazioni dei giornali, e ora nella comunicazione aziendale, mi permetto di aggiungere un paio di spunti di riflessione.

Il primo è legato alla natura stessa dell’acqua in cui siamo immersi. Vi diranno che il web e l’intero mondo digitale in cui nuotate senza affanno non è che un altro medium, come lo sono stati prima di esso la radio o la Tv.

Non credeteci. La rete non è un solo un mezzo, è un luogo. E come tale va vissuto secondo la categoria dell’esperienza. Non è un caso che in questo ecosistema digitale stiano avendo successo i social media che utilizzano parole antiche, legate a desideri profondi di felicità di ogni uomo: “like”, piacere, amicizia, affettività (Facebook), oppure “follow”, seguire (Twitter). Diffidate di chi vuol spiegare tutto ricorrendo solo alla tecnologia: non si capisce l’era digitale senza ricorrere anche all’antropologia. 

Infine, trovo utili sei parole con la stessa lettera iniziale, le “6 C” che dicono molto sulla “disruption” in corso. Se le decifrate bene, vi aiuteranno a capire come cambiano le aziende, la comunicazione, i media e su cosa si basa il mondo delle nuove professioni: Contenuti, Condivisione, Creatività, Contaminazione, Comunità, Conversazione.

* Direttore Comunicazione Esterna – Eni. Postfazione al volume CattolicaPost. Un anno di esperienze e progetti nell’alta formazione in Università Cattolica


Scarica l’e-book CattolicaPost. Un anno di esperienze e progetti nell’alta formazione in Università Cattolica

- edizione epub
- edizione mobi
- edizione pdf