Nei suoi quasi cento anni di esistenza, al pari con l’Università Cattolica, Giurisprudenza è sempre riuscita ad adeguarsi alle grandi questioni sociali e professionali poste dai nuovi tempi, coniugando tradizione e innovazione grazie all’insegnamento di quelle «categorie generali» del diritto che aiutano ad affrontare le nuove sfide.
È quanto ha detto il preside Stefano Solimano, introducendo la terza giornata di Open Week Unicatt dedicata alla facoltà, che ha raggiunto 67.300 persone, ottenuto 1.530 interazioni e registrato 14.322 visualizzazioni.
Il preside ha poi tranquillizzato i futuri studenti della Facoltà: «Il diritto è legato all’uomo, è scritto sulla pelle degli uomini» e, anche se è rappresentato come «qualcosa di lontano, astratto, ipertecnico», in realtà è tecnica per l’uomo nel senso che le soluzioni giuridiche risolvono i problemi della società.
Inoltre, si può avere l’errata impressione che il mercato del lavoro sia saturo di giuristi, ma non è così. «Il mercato continua a richiedere, oltre alle classiche figure di avvocati, magistrati e notai, anche professionisti del diritto in società, imprese, istituzioni, mondo della comunicazione», ha chiarito il professor Solimano. Diventare giuristi in Cattolica significa imparare a dialogare e a mediare, con fedeltà alla tradizione, con una conoscenza rigorosa e un’attenzione alla parola, grazie a una offerta formativa ampia e diversificata, all’ausilio di tutor scelti tra i migliori laureati, alla frequenza di corsi di diritto in lingua inglese e alla partecipazione agli scambi internazionali. In tal modo è assicurato un rapido ingresso nel mondo del lavoro, come dimostrano le statistiche.
È toccato al professor Antonio Albanese, direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche, entrare nel merito dei piani di studio e della metodologia didattica dei due corsi di laurea che compongono la struttura della facoltà: il corso magistrale a ciclo unico quinquennale e la laurea triennale in Servizi giuridici. Il primo consente l’accesso alle classiche professioni forensi, il secondo consente di accedere prima al mondo del lavoro con un titolo accademico, e non esclude di proseguire gli studi per conseguire la laurea magistrale. Prevede quattro percorsi vocazionali: Assistente legale (assistente giudiziario e “Paralegal”), Esperto in scienze giuridiche per la Pubblica Amministrazione, Consulente del lavoro e delle relazioni sindacali, Responsabile della privacy.
«La facoltà offre una cultura giuridica di base aperta al mondo europeo», ha spiegato il professor Albanese. Il giurista non è un Pico della Mirandola dalla memoria infinita circa gli articoli di legge. Compito del giurista è trovare le «soluzioni facendo rientrare il caso concreto nella previsione astratta». Questo comporta che la formazione richieda un ampio respiro culturale per cogliere le esigenze e le implicazioni pratiche. Per raggiungere questo scopo il calendario accademico prevede corsi annuali, che permettono alla preparazione di rimanere nel tempo grazie all’assimilazione dei contenuti. Particolare attenzione riceve il corso di Istituzioni di Diritto privato, con 120 ore di lezione, che è alla base della formazione del giurista.
Da sottolineare la grande scelta di corsi integrativi, come ad esempio i corsi di Diritto ambientale, Diritto dei contratti pubblici, Processo civile telematico, Diritto della privacy e Diritto della sicurezza dell’informazione. Dalla teoria alla prassi. Infatti la presenza delle cosiddette “cliniche legali”, istituti di derivazione anglosassone, consentono già durante il percorso di studi di svolgere esperienza professionale e applicare le conoscenze teoriche simulando processi e la conseguente redazione di atti.
A confermare la qualità della facoltà di Giurisprudenza hanno portato la loro esperienza due laureati che svolgono la professione di avvocati, Maria Fiorito e Marco Scalera, e lo studente del 5° anno Federico Amaducci. Per tutti la frequenza del percorso di studio in Cattolica, oltre ad aver favorito una serie di relazioni che hanno consolidato anche rapporti lavorativi al di fuori dell’Ateneo, ha fornito un approccio sistematico non fatto di semplici nozioni e un metodo di studio rivelatosi cruciale per la riuscita professionale.
E di lavoro si è parlato nell’evento serale: “Smart student for Smart placement” incentrato sul ventaglio di proposte offerte dalla Cattolica agli studenti per avvicinarli fin da subito al mondo del lavoro. La terza giornata si è conclusa con la proiezione del ciclo “Fotostorie Unicatt”. A essere proiettato il video della fotografa Marta Carenzi, un racconto attraverso immagini dei luoghi della Cattolica.