Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Matteo (Mt 12,38-42)
Ascolta "“Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce”" su Spreaker.
Nel ventre della balena incontrare la speranza e scoprire l’affetto del padre. “Come Giona, anche Pinocchio” ricorda Giacomo Biffi. E quando tutto è perduto e l’ultima candela è consumata ritornare alla luce, risorgere con il padre e tornare a riva con Geppetto è il segno che la misericordia di Dio è sconfinata. Non fa distinzione tra giudei e gentili, tra cristiani e pagani, perché il messaggio di salvezza è per tutti e lo scopo è la “salvezza delle anime”, di tutte le anime.
Eppure questo abbraccio misericordioso non ci basta, il troppo affetto è di difficile comprensione più per il giusto che per il peccatore. Giona non accetta il perdono di Dio per Nìnive. Anche noi oggi non comprendiamo. Come Giona troppo spesso preferiamo un Dio giustiziere a quello misericordioso. E continuiamo a invocare e pretendere segni che alimentino la nostra fame di razionalità.
Ma c’è segno più efficace del perdono? Pinocchio uscito/rinato dalla pancia del pesce-cane si carica Geppetto sulle spalle perché non vuole più perdere il padre ritrovato. L’incontro con Dio arriva anche nel buio più profondo e può trasformare definitivamente la nostra vita come per Pinocchio da burattino in bambino.
Antonio G. Chizzoniti, docente di diritto canonico, Facoltà di Economia e Giurisprudenza.
Il riferimento letterario è a Giacomo Biffi, Contro maestro Ciliegia. Commento teologico a “Le avventure di Pinocchio”, Jaka Book,MIlano, 1977