di Mattia Bizzozero *
Il film ha avuto la sua consacrazione alla 77esima mostra del Cinema di Venezia, dove la giuria ha premiato Pierfrancesco Favino come migliore attore. Dal 24 settembre Padrenostro esce nelle sale, portando in giro per l’Italia anche l’impronta dei talenti dell’Università Cattolica. Lo sceneggiatore del film è, infatti, Enrico Audenino, diplomato al Master International Screenwriting and Production dell’Ateneo.
«Come molti progetti il film è nato da un incontro inaspettato» racconta Audenino. «Quando ho conosciuto il regista Claudio Noce stavo lavorando a un altro film, Ride, con Valerio Mastandrea. È stato lui a presentarci. Da quel momento io e Claudio abbiamo iniziato a frequentarci ed è venuto poi spontaneo confrontarci sulla storia che stava sviluppando e che nel tempo sarebbe diventata la sceneggiatura di Padrenostro».
Quali sono stati i pro e i contro nello scrivere una sceneggiatura a quattro mani? «Avvicinarmi alla storia personale di Claudio per me ha voluto dire prima di tutto rispettarla e, in seguito, tradirla. È stato ben presto chiaro a entrambi che avremmo dovuto cercare il giusto equilibrio tra l’invenzione narrativa e la sua storia familiare. È stata la ricerca di questo equilibrio a guidarci via via nelle scelte che facevamo in scrittura, ma la vera svolta è arrivata quando abbiamo capito che avremmo raccontato tutto dal punto di vista di un bambino. Trovare questo sguardo è stato fondamentale anche per capire di volta in volta che cosa tenere e cosa lasciar andare del passato di Claudio».
All’indomani della cerimonia di premiazione la critica ha elogiato le interpretazioni dei giovani protagonisti del suo film. Il fatto che lei si è occupato della direzione degli attori nei suoi lavori precedenti ha influito anche nella costruzione dei personaggi di questa pellicola e nelle indicazioni per il regista? «Tutte le esperienze che facciamo in qualche modo influiscono sulle storie che inventiamo e sul modo che abbiamo di scriverle. Nello specifico di Padrenostro credo che per me sia stata utile non tanto la passata esperienza di regia, quando quella da insegnante a scuola. Essere stato a contatto per anni con quel mondo e con i ragazzi penso mi abbia aiutato a creare dei personaggi credibili, in particolare quelli di Valerio e Christian».
A proposito di esperienze passate, il suo passaggio dal Master International Screenwriting and Production come l’ha condotta nel mondo del cinema? «Non è stato subito semplice. Dopo un anno di grande impegno, sono tornato alla vita di prima e per un certo periodo mi è sembrato che nulla fosse cambiato. Poi, invece, un poco alla volta hanno iniziato a presentarsi delle occasioni che erano legate direttamente o indirettamente a questa esperienza formativa. Indirettamente perché nel mio caso è stato fondamentale il networking che si era creato, in particolare con le mie compagne Daniela Delle Foglie e Valentina Piersanti. È stato anche e soprattutto nel dialogo aperto con loro che si sono creati via via spazi e possibilità di collaborazione che mi hanno aiutato a trovare un posto in questo mondo».
Come l’ha cambiata il Master International Screenwriting and Production? Lo consiglierebbe? «Partecipare a questa esperienza per me è stata una concatenazione di eventi fortunati. Avevo ventinove anni e iniziavo a essere stanco di procedere per tentativi che mi parevano spesso infruttuosi. La selezione al master è arrivata in un momento di grande disillusione della mia vita, presentandosi come un'ultima occasione possibile di cambiamento. E così è stata. Anche se ci ho messo un po’ ad accorgermene, è iniziato un nuovo percorso soprattutto grazie agli incontri e agli scambi avuti con i compagni e gli insegnanti. Da allora l’ho quindi consigliato vivamente e più volte a chi stesse cercando la sua strada in questo settore, un mondo che spesso può essere molto complicato e respingente».
Il suo percorso lavorativo dopo il master, si è concretizzato nella scrittura di vari cortometraggi, alcuni episodi per le serie tv Don Matteo 10 e Gomorra 4 e infine i lungometraggi Ride, Maicol Jecson e, ovviamente, Padrenostro. Quali sono i prossimi progetti? «Questo è un periodo molto vivo per chi vuole scrivere per il cinema e soprattutto per la tv. Al momento sto lavorando a diversi progetti di serie televisive che sono però ancora in una prima fase di sviluppo. Nei giorni scorsi invece è uscita su Sky Petra, una serie interpretata da Paola Cortellesi, a cui ho dato un piccolo contributo di cui sono molto soddisfatto».
* laureando in Linguaggi dei media, facoltà di Lettere e filosofia