Occupazione al 100% e altissimi livelli di soddisfazione dei suoi laureati: queste le cifre snocciolate dal professor Marco Trevisan, preside di Scienze agrarie alimentari e ambientali, nel presentare le lauree di primo livello della facoltà nel corso della settima giornata di Open week Unicatt.

Tre A (agricoltura, alimentazione e ambiente) quelle della facoltà scientifica dell’Università Cattolica, che ben sintetizzano la complessità e l’interdisciplinarità di una facoltà che fa della ricerca il suo cuore pulsante e che, nella sua offerta formativa punta sulla qualità, sulla passione e sul valore delle relazioni.

«In questa particolare fase storica, prevale in ciascuno di noi un sentimento di incertezza verso il futuro» afferma il professor Edoardo Fornari, introducendo, oltre al preside Trevisan, i coordinatori di ciascuna laurea triennale: il professor Francesco Masoero per la laurea triennale in Scienze e tecnologie agrarie, i professori Daniele Rama e Roberta Dordoni per la laurea in Scienze e tecnologie alimentari e il professor Stefano Poni per la laurea in lingua inglese Food production management. «Penso soprattutto a quei ragazzi che nei prossimi mesi dovranno affrontare la sfida della scelta del corso di laurea da seguire, indirizzando così il proprio futuro. A questi ragazzi vogliamo dare una buona notizia: abbiamo una certezza, ovvero che il settore agroalimentare gode di ottima salute. Anche in periodo di emergenza Covid non solo non si è mai fermato, ma ha dimostrato una volta di più l’importanza strategica che riveste per l’intera società e per ciascuno di noi. Nell’ambito del cibo la nostra facoltà c’è da sempre, con una lunga tradizione di oltre 60 anni che ne fa un punto di riferimento, un’eccellenza a livello internazionale sia per l’attività didattica che per l’attività di ricerca».

Una facoltà posta nel cuore della food valley, contraddistinta da un’elevata quotazione a livello nazionale ed internazionale, sia per la ricerca sviluppata che per l’offerta formativa erogata, dotata di strutture e laboratori d’avanguardia  (tra cui un’azienda sperimentale e un laboratorio di analisi sensoriale), un rapporto tra docenti e studenti di 1 a 10: queste alcune delle cifre distintive di una facoltà che «si rinnova costantemente, integrando le conoscenze relative a un sistema agroalimentare in continua evoluzione per produrre cibo sano, sicuro e sostenibile, il cui giro d’affari vale oggi 190 miliardi, l’11% del Pil, con 1.000.000 di imprese e oltre 800.000 occupati» sottolinea il preside Trevisan prima di passare la parola ai coordinatori dei corsi di laurea.
 
«Andiamo oltre i paradigmi e i luoghi comuni: studiare agraria oggi significa imparare a gestire sistemi sempre più complessi. All’agricoltura 4.0 servono manager con competenze trasversali, ampie ed evolute, professionisti capaci di gestire l’impresa all’insegna dell’efficienza e dell’innovazione» fa notare il professor Masoero nell’illustrare il corso di laurea in Scienze e tecnologie agrarie.

Il made in Italy è la parola chiave del corso di laurea in Scienze e tecnologie alimentari secondo i professori Rama e Dordoni: «È vero che contano la sicurezza e la qualità, ma il collegamento con il territorio è molto importante e la nostra missione è quella di valorizzarlo sempre di più». «L’alimentazione è la sfida del futuro e la nostra visione rientra pienamente nel secondo dei 17 global goals dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: combattere la fame. Formiamo laureati che potranno dare un contributo nel settore alimentare visto non solo come un sistema produttivo per creare nutrimento, ma anche come una chiave per lo sviluppo, per il mantenimento della cultura e delle relazioni e per l’incremento della qualità della vita sul nostro pianeta». La laurea si sviluppa sia a Piacenza che a Cremona, con affondi tematici diversi: a Cremona, da ottobre 2020 le lezioni prenderanno il via nel nuovo campus, frutto della ristrutturazione del convento di Santa Monica. 

Food production management è la laurea triennale più giovane della facoltà: un unicum nel panorama formativo nazionale, è completamente erogata in lingua inglese e presenta due anime «produzione primaria e trasformazione, che si fondono insieme nell’ambito di un piano di studi articolato: è una laurea di filiera, che si avvantaggia di un’aula fortemente improntata all’internazionalizzazione. Un’occasione per imparare la lingua inglese, ma soprattutto per imparare a relazionarsi con altre culture»: parola di Stefano Poni, coordinatore del percorso.

Per chi si fosse perso gli eventi di oggi, può trovare tutto online sui social Unicatt. Inoltre giovedì 4 giugno alle ore 16, sarà possibile partecipare a una nuova diretta online di presentazione dei corsi sulla piattaforma Teams.

La giornata dell’Open week è proseguita con altri appuntamenti molto importanti. Di tutto ciò che contribuisce alla migliore partecipazione ai corsi di laurea si è parlato nei seguitissimi approfondimenti virtuali che si sono alternati dalle 16 alle 18 con focus su come iscriversi e quanto costa studiare in Cattolica, incontri live con tutor e studenti della facoltà, aule virtuali dedicate ai servizi di Ateneo.

La giornata dedicata alle lauree triennali della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali apre la seconda settimana di #OpenweekUnicatt: per godere dei momenti salienti dei primi sei giorni di questa avventura.. L’intera giornata ha fatto registrare 87.405 persone raggiunte, 3.428 interazioni e 11.543 visualizzazioni. Nella prima settimana sono state raggiunte le 404.303 persone raggiunte, 15.050 interazioni e 81.438 visualizzazioni.