di Alessandro Rosina *
Quale sarà il futuro dell’Europa? Dopo gli esiti delle Elezioni europee, Cattolicanews ha chiesto un commento a caldo ad alcuni docenti dell’Ateneo
Per la prima volta in queste elezioni europee hanno votato i nati nel XXI secolo. È con loro che l’Europa potrà essere protagonista in questo secolo o, al contrario, saranno soprattutto loro a vivere le conseguenze di un progetto che entra in crisi.
Sono cresciuti nell’Europa più unita di sempre, ma con alla base una dote di fiducia che è andata progressivamente a indebolirsi. La mancanza di risposte convincenti sulla crisi economica, sul governo dell’immigrazione, sull’impatto delle nuove tecnologie, ha alimentato un senso di insicurezza nel presente e un’incertezza verso il futuro che le forze nazionaliste hanno trasformato in consenso promettendo protezione e rassicurazione.
La voglia di un’Europa più forte e più impegnata positivamente verso il futuro è emersa soprattutto attraverso il voto ai movimenti ambientalisti, con una forte spinta da parte dei giovani che ha anche portato a un rafforzamento dell’affluenza. Questo vento favorevole non è stato efficacemente colto in Italia, nonostante una spiccata attenzione e sensibilità delle nuove generazioni - come documentato anche dai dati dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo - verso i temi ecologici e lo sviluppo sostenibile.
Nel nostro Paese il segnale più deciso in controtendenza a nazionalismi e populismi arriva dagli italiani all’estero e dalle grandi città centrosettentrionali, ovvero dove prevalgono le componenti che maggiormente si percepiscono come parte attiva del mondo che cambia.
Il voto evidenzia soprattutto la presenza di una polarizzazione, che intreccia dimensione territoriale e sociale, destinata ancor più ad ampliarsi in Europa e in Italia in mancanza di un modello di sviluppo davvero inclusivo.
* direttore Dipartimento di Scienze statistiche