«È con grande spirito di servizio e desiderio di mettere a disposizione le esperienze maturate da questa comunità scientifica anche per la crescita professionale di molti giovani ricercatori che affronto questo impegno di guida di una società, che ho contributo a fondare e presieduto per due mandati».

Con queste parole Luigi d’Alonzo, ordinario di Pedagogia speciale all’Università Cattolica e nella stessa sede direttore del Centro studi e ricerche sulla disabilità e la marginalità (CeDisMa), ha ringraziato i soci elettori della Società italiana di pedagogia speciale (SIPeS) che lo hanno confermato alla guida della Società anche per il triennio 2020-2023.

La Società italiana di pedagogia speciale (SIPeS) è stata fondata nel giugno del 2008 a Bologna ed è costituita da docenti universitari di ruolo (ricercatori, associati, straordinari, ordinari ed emeriti) delle Università statali e non statali Italiane e straniere, impegnati in attività di studio e di ricerca nel campo della Pedagogia Speciale.

La SIPeS accoglie al proprio interno, in qualità di “Soci corrispondenti”, anche i dottori di ricerca, i cultori di ricerca pedagogica e didattica speciale, i docenti a contratto, i professionisti nel campo dell’educazione, gli educatori, gli insegnanti, i formatori e altri studiosi e figure professionali i cui interessi siano coerenti con gli scopi della Società.

«Siamo convinti che la pedagogia speciale possa contribuire, con le sue attenzioni specifiche e con il suo patrimonio di saperi, ad aiutare educatori e insegnanti a comprendere come agire e a dare risposte di valore; le sue competenze meritano di essere sempre più patrimonio diffuso nella professionalità di coloro che desiderano il bene delle nuove generazioni», afferma Luigi d’Alonzo che assume l’impegno di guidare SIPeS in un momento storico particolarmente complesso. «Per ottenere ciò diviene essenziale lavorare per favorire il mantenimento di una comunità coesa e rispettosa dei molteplici interessi e delle peculiarità che la contraddistinguono, consapevoli che la Sipes possa indicare strade sicure, valide, opportune, idonee non solo per le persone con disabilità ma per tutti, perché l’inclusione è un valore per ogni persona».