È l’Università Cattolica a ospitare la prima e unica presentazione italiana del Rapporto Rofieg, il documento elaborato dall’Expert Group on Regulatory Obstacles to Financial Innovation, di cui fa parte, come unico membro italiano il pro rettore vicario dell’Università Cattolica Antonella Sciarrone Alibrandi. Il Gruppo di esperti è stato istituito nel maggio del 2018 dalla Direzione Generale sui mercati finanziari della Commissione europea (DG Fisma) per sviluppare l’innovazione e aumentare la concorrenza nel sistema finanziario attraverso una maggiore semplificazione del quadro regolatorio europeo.  

Le “30 Raccomandazioni in tema di regolazione, innovazione e finanza” - questo il titolo del Rapporto - è stato illustrato giovedì 13 febbraio nella Cripta Aula Magna dell’Ateneo. «Si tratta del primo evento in Europa di una nuova campagna di comunicazione che, promossa da Bruxelles  e dalla DG Fisma, nei prossimi mesi toccherà una quindicina di città europee», ha detto Massimo Gaudina, capo della Rappresentanza regionale della Commissione europea a Milano aprendo i lavori dell’iniziativa insieme a Elena Beccalli, preside della facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, e Chiara Frigerio, segretario generale del CeTIF (Centro di Ricerca in Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari).

L’evento, che va sotto il nome di Digital finance outreach 2020, servirà per raccogliere dagli stakeholder idee e suggerimenti che serviranno a delineare la strategia digitale per la finanza che l’Europa produrrà nel terzo trimestre del 2020.

Un’iniziativa perfettamente in linea con le sei priorità del Green Deal europeo. «Le tre headline della Commissione Von Der Leyen sono chiare: green, digital, working for the people, ossia economia al servizio del cittadino. La digital finance strategy, dunque, rientra tra le grandi priorità dell’agenda europea», ha ribadito Mario Nava, direttore DG Fisma Commissione Ue. Secondo Nava sono tre le linee direttrici da capire per delineare la futura strategia digitale finanziaria. «Uno: che lo sviluppo del settore finanziario dipende molto probabilmente dallo sviluppo del digitale; due: se questo è vero il digital determina la base su cui il settore finanziario fa profitti o fa perdite; tre: capire le implicazioni del digitale per il settore finanziario visto che siamo di fronte a un cambiamento di distribuzione del prodotto».

Del resto, ha chiarito Philipp Paech, LSE e Chair dell’Expert Group, «questo Rapporto è una delle basi su cui si svilupperà la strategia digitale della nuova Commissione Von Der Leyen». Certo il FinTech continua a crescere e, si sa, gli sviluppi di nuovi business sono sempre considerati un “rischio” per quelli tradizionali. Tuttavia, ha specificato Paech, «in quanto abbiamo a che fare con servizi finanziari, il FinTech è già regolamentato: esistono però situazioni nuove, come quelle relative all’intelligenza artificiale e alla blockchain, in cui è necessario effettuare aggiustamenti».

Da questo punto di vista le Trenta raccomandazioni forniscono alcuni suggerimenti. «Il Rapporto indica alcuni principi attorno ai quali la Commissione europea dovrà costruire le prossime regole, in materia di innovazione e finanza», ha affermato Antonella Sciarrone Alibrandi, docente di Diritto bancario in Cattolica. «Bisognerebbe allentare alcuni vincoli e formalismi che si sono rivelati eccessivi e predisporre regole semplici, trasversali e specifiche, in grado di cogliere il cuore dei problemi e delle opportunità che le tecnologie recenti comportano».

In particolare, l’Expert Group suggerisce azioni in quattro grandi aree:
- la necessità di rispondere ai nuovi rischi causati dall’uso di tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale (AI) e la tecnologia di contabilità distribuita;
- la necessità di ridurre la frammentazione in tutta l’Ue e di garantire la parità di condizioni tra i diversi partecipanti che utilizzano le nuove tecnologie nel settore dei servizi finanziari;
- la necessità di conciliare la protezione dei dati con le opportunità offerte dal FinTech;
- la necessità di considerare il potenziale impatto del FinTech sui consumatori, sul fronte dell’inclusione finanziaria e dell’uso etico dei dati.