«Le trame del teatro classico rappresentano esperienze d’arte sublime, alta e potente, capaci di raggiungere uomini e donne di ogni età e di ogni epoca». Parola di Elisabetta Matelli, direttore scientifico del corso di Alta Formazione Teatro Antico in scena dell’Università Cattolica. Si tratta infatti di testi che toccano temi universali a proposito di vicende umane che anche a distanza di millenni avvengono in modo analogo: relazioni familiari, amori, tradimenti, contese, ambizioni, incontri e scontri etnici, ospitalità dello straniero, guerra, pace, eroismo e viltà.
«Basti pensare alla ricerca della propria identità genitoriale da parte di Edipo nell’Edipo Re di Sofocle e - in modo diversissimo ma non meno attuale - nello Ione di Euripide. Il conflitto tra legge scritta dello stato e legge non scritta dell’Antigone di Sofocle; il cuore “maschio” di donne come Clitemnestra e Medea, e molto altro» aggiunge la professoressa. «Il testo è però solo metà dell’opera: ne sono co-autori gli attori che devono saper “tradurre” non solo dalle lingue originali nel linguaggio del proprio tempo, ma anche tutte le emozioni che attraversano i testi e devono prendere corpo in scena in modo preciso e mirato, coinvolgendo il pubblico, come se quello che vede fosse una propria esperienza».
Come appassionare alla cultura classica nell’era digitale? «Il pubblico teatrale, oggi più che mai, ama sentirsi incuriosito, affascinato, emotivamente coinvolto e intellettualmente stimolato. Davanti a molteplici stimoli delle attuali arti visive, performative e multimediali, il teatro classico deve poter attirare il pubblico mettendo in scena con vivacità qualcosa di inaspettato e nuovo, proprio perché “arcano” e sorprendentemente attuale. Questo è il metodo che il Corso di Alta Formazione Teatro Antico In Scena insegna».
I messaggi di Eschilo, Sofocle, Euripide sono ancora attuali e universali? «I personaggi e le situazioni delle trame di Eschilo, Sofocle, Euripide, Seneca per la tragedia e Aristofane Menandro, Terenzio e Plauto per la commedia possono avere una valenza ancora forte nella società globalizzata e multiculturale nella misura in cui quest’ultima riesce a tenere al suo centro l’essere umano e la sua innata ricerca di felicità. In un’epoca in cui le tecnologie virtuali sembrerebbero mettere da parte la cultura umanistica, gli spettacoli del teatro classico - se rappresentati in modo efficace - riescono a tenere viva la fiammella dei valori propri di una cultura che ha un suo importante motto proprio nel famoso verso di Terenzio che dice: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto” (“Sono uomo, niente di ciò ch'è umano ritengo estraneo a me”)».