«Non conosco aspirazione che non abbia bisogno di investimento, di lavoro affinché si realizzi. Rimanete aperti, nutrite la vostra aspirazione, ascoltate prima di dire di sì o di no».
È questo il consiglio del cantante Tiziano Ferro che oggi pomeriggio ha aperto l’Open Week master e postlaurea. Anche il tradizionale appuntamento con i master, le scuole di specializzazione, i dottorati di ricerca e la formazione continua quest’anno si è trasferito sui canali social e che nel suo esordio ha raggiunto 13.780 persone, ottenuto 1.108 interazioni, registrato 3.766 spettatori. Nel video che ha dato il là alla manifestazione e che si protrarrà fino al 26 giugno Tiziano Ferro racconta che «la musica nasce dal silenzio, è stata la colonna sonora dei miei sforzi in un mondo nel quale non c’erano i social media e nemmeno corsi universitari così stimolanti. Il mondo è cambiato, è rumoroso, oggi ci sono tantissimi stimoli ma vi auguro altrettanti sforzi, altrettanto sudore. La creatività arriva nei posti più impensati della testa, dell’anima e anche del mondo. Quindi evolvetevi, rimanete aperti, nutrite la vostra aspirazione come se fosse il primo giorno anche quando sarete al top. Io ve lo auguro».
Alle 17 è seguita la tavola rotonda “Il lavoro che cambia: formarsi per le nuove professioni”, introdotta da Mario Gatti, Direttore Area Ricerca e Sviluppo dell’Università Cattolica, il quale ha evidenziato come i master sanno offrire un mix di competenze, di visione e capacità di adattamento al mondo del lavoro. È toccato poi a Ismene Papageorgiu, responsabile Master e corsi specializzanti, introdurre il primo ospite, alumno UC, Dikran Eretzian, Senior Client Director Korn Ferry Hay Group, che ha parlato delle indagini che le aziende realizzano per selezionare i giovani neolaureati. «Rispetto a dieci anni fa è cambiato il focus, i profilo dei giovani che stanno cercando perché è cambiato il mondo, a prescindere dalla situazione Covid. Un po’ di anni fa le aziende cercavano i giovani attraverso annunci e careerday e poi facevano lo screening dei cv guardando soprattutto il voto. Cercavano persone preparate dal punto di vista tecnico sulla base del loro percorso di studi. Pian piano si sono rese conto che questo non era il modo migliore per selezionare i giovani sul mercato del lavoro poiché spesso non corrispondeva con il profilo richiesto, con le caratteristiche delle persone che le aziende avevano in mente. Si sono accorte che il voto di laurea non era più sufficiente e hanno iniziato ad usare strumenti cognitivi a supporto per studiare le dinamiche comportamentali all’interno del gruppo. Le aziende oggi cercano profili diversi perché il mondo del lavoro è cambiato. Vogliono giovani non solo ancorati alle nozioni tecniche del loro percorso di studio poichè è fondamentale adattarsi, essere flessibili e avere abilità. Poi le aziende li valorizzeranno con percorsi di carriera e con una retribuzione adeguata».
Ma un master è un percorso adatto per avvicinarsi ai profili richiesti dalle aziende? Secondo Maria Agnese Pozzovivo, Direzione Relazioni Internazionali, Eni Spa, diplomata al master in Cutural diplomacy, l’esperienza del master è stata un’anticamera per il lavoro che svolge in Eni, un’occasione di crescita personale, di relazioni e costruzione di un team. «Oggi è fondamentale adattarsi, essere flessibili, trasversali e avere abilità. Occupandomi di rapporti con le organizzazioni internazionali, è fondamentale essere multitasking e seguire tutti i canali di comunicazione. Il consiglio che mi sento di dare a chi deve scegliere è quello di cogliere tutte le opportunità che il master mette a disposizione».
Per Elisabetta Longoni, diplomata Master Deutsch für die internationale Wirtschaftskommunikation, unico master in tedesco nel settore finanziario, «bisogna essere capaci di smontare il proprio background. La parola d’ordine è discontinuità come ho fatto nel mio percorso. Dopo la laurea in Scienze linguistiche mi mancava qualcosa e il master mi ha dato la formazione in ambito economico ed è stato la cinghia di trasmissione fra le mie competenze accademiche e il mondo del lavoro. Il post laurea ti dà la possibilità di metterti in discussione. A velocità di pensiero e learning agility aggiungo pensiero laterale. Il master consente di sviluppare una competenza non più funzionale a se stessa, ma con scarico a terra. Io sono passata dalla letteratura al risk management. Il master mi ha aiutato a osare con qualcosa di nuovo. Le competenze post laurea sono una cinghia di trasmissione per collegarti al mondo del lavoro poiché sviluppa la competenza, la capacità di mettersi in gioco che poi verrà integrata quando si arriva nel mondo del lavoro».
Insomma i giovani devono osare, guardare oltre, più lontano di quanto oggi si possa immaginare.