Il territorio riguarda e comprende tutti noi a prescindere dalle origini, dalla classe sociale, dal lavoro che facciamo.

L’assunto da cui parte il seminario "Im-patto sul territorio. Lavoro, giovani Ecologia integrale", organizzato dall’Alta Scuola per l’Ambiente (ASA), diretta dal professor Pierluigi Malavasi, è proprio questo e la domanda a cui rispondere è quello di capire l’impatto che hanno le nostre azioni sul territorio.

In apertura de seminario il professor Mario Taccolini, pro-rettore dell’Università Cattolica, ha insistito su come la nostra istituzione accademica da tempo abbia aggiunto alle sue missioni principali, ossia educare e fare ricerca, una terza dove il protagonista è il territorio. La Terza missione ha portato alla nascita del progetto del nuovo campus della sede di Brescia che aprirà le porte agli studenti per il prossimo anno accademico.

A seguire, Dario Meini, vice-presidente della Fondazione Comunità bresciana, e don Roberto Lombardi, vicepresidente della fondazione Museke Onlus, hanno presentato le loro organizzazioni sottolineando come sia fondamentale stabilire un patto educativo basato sull’esperienza e guardare al territorio come uno spazio non frammentato, ma intero senza limiti. L’augurio è quello di una nuova alba dove ognuno di noi investe la propria capacità e il proprio talento nel territorio per farlo parlare.

Alessandra Vischi, docente di Pedagogia Generale e Sociale, ha portato una riflessione sulla parola impatto, sottolineando come essa significhi creare valore. L’obiettivo è proprio migliorare le situazioni critiche odierne e per farlo bisogna avere nuove progettualità, nuovi percorsi e azioni di sviluppo che riguardano non solo un’area. Mettere in atto tutto questo significa trovare il coraggio di mettere al centro l’uomo e investire energie. Il vero patto che oggi bisogna realizzare è quello tra i giovani e il territorio verso un nuovo umanesimo integrale e solidale.

Il seminario è entrato nel vivo della questione con gli interventi di Don Bruno Bignami, Direttore Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro della Conferenza Episcopale Italiana, di Michele Pasinetti, Direttore Generale di Rete di Cooperative sociali CAUTO, e di Roberto Zini, Vicepresidente AIB con delega al Lavoro, alle relazioni industriali e al welfare Presidente e CEO Farco Group.

Don Bignami ha sottolineato che uno dei cambiamenti chiave per il territorio parte da noi, che siamo abituati a chiederci chi siamo, invece di chiederci per chi siamo. La domanda mette in rilievo come l’uomo si inserisce nella società e come si può spendere per una trasformazione significativa della stessa. Per ottenere questo cambiamento bisogna declinarlo in diversi aspetti: ecologia ambientale, ecologia umana e, infine, etica.

Michele Pasinetti ha ragionato su quattro condizioni necessarie, ma non ancora sufficienti per migliorare la situazione: ragionare sull’ambiente in termini sistemici; agire sociale, inteso come un’unica azione comune tra welfare e ambiente; cooperazione tra competenze per generare impatto sull’ambiente; infine, l’orizzonte temporale lungo in quanto il cambiamento non è immediato ma intergenerazionale.

Roberto Zini ha posto l’attenzione sulla responsabilità sociale dell’impresa. Oggi a seguito della quarta rivoluzione industriale che investe tutti i campi, il lavoro richiede più che mai che ogni persona ci metta qualcosa di suo. In questo senso, Zini ricorda che l’energia dei giovani è l’energia vitale che serve nel mondo del lavoro per cambiare la situazione. Infine, sottolinea come i 100 Km che corrono tra Brescia, Bergamo e Milano siano il territorio fortunato che più attira i giovani e mantiene promesse.

A chiudere l’incontro sono stati i professori dell’Università Cattolica Pierluigi Malavasi e Sabrina Fava che hanno rispettivamente ripercorso i punti salienti emersi dai diversi interventi e ricordato la figura di Adriano Olivetti, che per primo mise al centro della vita della “fabbrica” l’uomo e teorizzò la nascita di un nuovo umanesimo integrale.