Algoritmi e big data strumenti-chiave per entrare nel cuore della realtà ma anche per trovare lavoro. È questo in sintesi il messaggio emerso dalla prima giornata di Open Week, il #FestivalUnicatt dell’orientamento e della cultura dedicato alla presentazione dei corsi di laurea magistrale delle 11 facoltà dell’Università Cattolica.
«Visto che la situazione impedisce di muoversi abbiamo immaginato di venirvi a trovare nelle vostre case», ha esordito Michele Faldi, direttore Offerta formativa, promozione, orientamento e tutorato dando il via all’iniziativa che rappresenta una vera e propria novità nel panorama nazionale. Una formula nuova, rispetto al tradizionale appuntamento degli Open Day, che è stata apprezzata: solo oggi le dirette live sui canali social hanno registrato un totale di 62.063 visualizzazioni, 6.828 interazioni e 13.136 utenti video in diretta.
Ad aprire la settimana le facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative e di Scienze matematiche, fisiche e naturali. «L’obiettivo della facoltà, che proprio quest’anno celebra i trent’anni della fondazione, è trasferire attraverso i cinque percorsi di laurea magistrale competenze specifiche per il settore bancario, finanziario e attuariale – ha detto Elena Beccalli, preside di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative –. Fra i tratti che connotano la facoltà, assieme alla vicinanza dei professori agli studenti, all’internazionalizzazione dei programmi di studio, alla qualità della didattica, c’è anche il forte legame con il mercato del lavoro come confermano i buoni tassi di placement: il 95% dei laureati trova lavoro a 12 mesi dalla laurea». Le storie professionali di Tommaso Migliore, CEO e fondatore della società tecnologica MDOTM, di Michele Ottini, Actuarial Analyst – non life risk management UnipolSai, e Xiaoou Ye, Analyst at JPMorgan Chase & Co, intervenuti a distanza per raccontare la loro esperienza in Cattolica, rientrano in questa casistica.
L’attenzione ad andare incontro alle esigenze del mercato del lavoro è testimoniata dall’aggiornamento costante dei percorsi di studio. Si muove lungo questa traiettoria la nuova magistrale in Applied Data Science for Banking and Finance: promossa in collaborazione con Scienze matematiche, fisiche e naturali, forma figure professionali che si occupano della raccolta, elaborazione, presentazione dei dati e in grado di proporre soluzioni innovative a supporto delle decisioni strategiche dell’impresa.
Altra novità Scienze matematiche è il curriculum in Physics for Technologies and Innovation che, erogato in lingua inglese, è pensato per laureati triennali in fisica o discipline affini, che vogliono sviluppare competenze multidisciplinari e di alto livello per intraprendere carriere in aziende e start-up ad alto contenuto tecnologico e di innovazione. «Da qualche anno – ha osservato il preside Maurizio Paolini – abbiamo adeguato la nostra proposta formativa alle nuove richieste della società, scaturite da un dialogo costante con le imprese e con le istituzioni. I nostri laureati non conoscono la parola disoccupazione, sono ricercati e prenotati ancora prima della laurea, sia dal mondo della formazione e che delle imprese. Non hanno nemmeno difficoltà a trovare posto nei miglior team internazionali di ricerca, soprattutto nel campo della Fisica». La ricerca, quindi in primo piano. Ne è una riprova la testimonianza portata da Sonia Freddi, iscritta al dottorato internazionale in Science della Cattolica che con il professor Luigi Sangaletti sta conducendo una ricerca sui nasi elettronici per scovare le malattie.
Dai contenuti disciplinari alla realtà. Quale contributo i numeri e i modelli matematici possono dare per comprendere la vita quotidiana? Possono aiutarci a interpretare la complessità del mondo attuale? A dare una risposta a questi interrogativi sono stati i relatori che hanno preso parte al talk live Il mistero degli algoritmi nel cuore della realtà: perché e a che cosa servono. «Siamo sommersi di dati», ha notato Daniele Tessera, docente di Sistemi di elaborazione delle informazioni, intervenuto al dibattito insieme con Alessandro Sbuelz, docente di Metodi matematici per l’economia, e le studentesse Giorgia Donna e Marta Tameni. «La sfida, anche in questa fase di pandemia globale, è estrarre relazioni che ci permettano di spiegare e prevedere i fenomeni che abbiamo misurato, capire cosa rappresentano e come gestire osservazioni parziali, quelle anomale o contradditorie. Purtroppo non c’è una regola generale per analizzare tutti i dati. Sarebbe bello ma nello stesso tempo sarebbe anche noioso. Per questo servono le giuste competenze per poterlo fare».
Anche il professor Alessandro Sbuelz, snocciolando alcuni numeri legati allo tsunami del Covid-19, ha posto l’accento sul ruolo della formazione. «A metà marzo eravamo di fronte a cifre da brivido: basti pensare che era 80 il livello del Volatility Index quotato a Chicago, livello raggiunto solo nell’autunno del 2008. Capire, interpretare questa variopinta mole di numeri in un contesto coerente di predizione delle variabili economico-finanziarie e di descrizione del loro rischio è uno dei compiti importanti del data scientist che lavori nell’arena del ‘Banking & Finance’».
Eppure se i numeri possono aiutarci a svelare la verità e a capire il mondo, non per questo possono sottrarsi all’etica. «Non possiamo delegare la responsabilità delle decisioni alle macchine. Sia i manager sia gli economisti hanno il compito di fornire nuove soluzioni aziendali che consentano di mantenere il processo decisionale in capo all’uomo», ha chiosato la preside Beccalli.