Dal 2016 il Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte dell’Università Cattolica (sez. Archeologia, sedi di Milano e di Brescia) ha avviato un progetto di ricerca nel castello tardo antico e medievale di Castelseprio (Varese). Esso assunse una particolare rilevanza storica con i Longobardi: la chiesa di Santa Maria foris Portas e il monastero nella torre di Torba, eccezionali sopravvivenze architettoniche e artistiche, sono state inserite nella rete di siti “I Longobardi in Italia (568-774)” iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
     
Le attività sul campo, che avevano visto l’ex Istituto di Archeologia dell’Ateneo già attivo nel sito fra il 1977 e il 1981, sono riprese nel 2016 e proseguono nell’estate 2017. Si articolano in: ricognizioni e indagini di superficie; scavi stratigrafici; rilievi fotogrammetrici delle evidenze monumentali superstiti; interpretazione del territorio da immagini satellitari e LiDAR; riconsiderazione di interventi pregressi e revisione di reperti mobili già disponibili, anche in relazione alle più generali letture interpretative. Si prevedono analisi di laboratorio (polliniche, paleobotaniche e archeozoologiche) utili alla ricostruzione dell’habitat naturale antico.
 
Un primo contesto oggetto di scavo è stata la “casa medievale”: sono stati ricostruiti gli assetti planimetrici e funzionali dell’articolato complesso abitativo e i significativi interventi di ristrutturazione durante il suo periodo di vita. La casa ha avuto un immediato intervento di restauro e offre ora un ulteriore polo di visita nel percorso dell’area archeologica.
 
Riprese fotografiche da drone e data base georeferenziato garantiscono l’applicazione di nuove tecnologie nella documentazione e archiviazione dei dati di scavo; ricostruzioni fotogrammetriche tridimensionali vengono realizzate sul battistero e sulla basilica di San Giovanni e sulla chiesa di San Paolo, per una migliore conoscenza e fruizione dei monumenti.
 
Ricognizioni e saggi superficiali hanno inoltre riguardato l’area esterna alle mura e più prossima a Santa Maria foris Portas, la chiesa con le celebri pitture murali, dove si pone il borgo, ancora sconosciuto nei suoi tratti materiali. Per la prima volta, si pone mano a questo agglomerato, a lungo ricoperto dal bosco; pronunciati accumuli ne custodiscono i crolli e i muri riaffiorano sotto pochi centimetri di suolo. Un settore di ricerca di evidente rilevanza storica nella ricostruzione delle dinamiche del castello e dell’area più prossima al famoso oratorio.
 
La direzione scientifica del progetto è di Silvia Lusuardi Siena, Marco Sannazaro e Caterina Giostra; le attività afferiscono in particolare alla Scuola di Specializzazione in Beni archeologici, ma vi prendono parte anche allievi dei corsi di laurea triennale e magistrale, nonché dottorandi e collaboratori, anche con ruoli di responsabilità e coordinamento sul campo. Si avvalgono anche del sostegno finanziario dell’Ateneo.