Il primo appuntamento dei “Dialoghi in forma di concerto”, tenutosi nell’Aula Magna dell’Università Cattolica di Milano lo scorso martedì 13 marzo con la collaborazione di Serate Musicali, ha subito rivelato l’efficacia di questo innovativo format cultural-musicale, ideato dal professor Enrico Reggiani. Non il classico recital, in cui il pubblico affronta la musica senza alcuna mediazione, ma un’occasione nella quale quest’arte è presentata, grazie al sapiente dialogo tra l’interprete e il musicologo, avvolta nella sua cornice culturale, per svelarne i significati profondi e, spesso, nascosti.
Di Bach e delle sue rivoluzionarie “Suites per violoncello solo” si è parlato e ascoltato. La luce calda e chiara delle magistrali e toccanti esecuzioni del M° Luca Franzetti, esecutore di fama mondiale ed esperto del compositore di Eisenach, di cui ha di recente inciso tutte le Suites, non solo è arrivata alle orecchie, alle menti e ai cuori degli ascoltatori, ma è stata scomposta, attraverso il prisma del dialogo, in tutti i suoi sorprendenti e affascinanti colori.
Perché è stato subito evidente che, se l’opera bachiana è di una semplicità e bellezza disarmante, per la produzione di questa perla, l’ostrica e l’intero mare cultural-musicale hanno dovuto svolgere un lavoro lungo e complesso. Reggiani e Franzetti hanno accompagnato il pubblico attraverso questo mondo sommerso, in cui si intrecciano la vita del compositore, le sue idee musicali e il loro significato, il ruolo e la prassi esecutiva del violoncello e la ricezione della sua personalità e della sua opera.
Il primo brano ascoltato è stato il Preludio della prima Suite, eseguito da Franzetti con un’intelligente libertà interpretativa che ha mostrato la giocosità piena di significato del compositore che Reggiani ha definito, contro certi luoghi comuni, “non parruccone”. La luce serena del Pre-ludus si è, però, incupita durante l’ascolto del Preludio e delle Sarabanda della seconda Suite in re minore, composta da Bach per la morte della moglie amatissima Maria Barbara, madre dei suoi primi sette figli. Il passo triste di questa marcia funebre ante litteram si è di nuovo trasformato, nei colori sempre cangianti della serata, nella gioia di un corteo nunziale con l’esecuzione del Preludio e della Bourrée della terza Suite, composizione che celebra l’amore del Kantor per la seconda moglie, la giovane soprano Anna Magdalena. Giocosità, lutto e gioia amorosa lasciano infine la scena a un dialogo tutto interno alla musica nel dialogo tra parole e musica della serata: è il Preludio della quarta Suite, in cui Bach fa interagire frasi musicali fortemente influenzate dalla musica araba con quelle tipicamente europee.
Dialogo che è stato la chiave del concerto: profondo ma divertente, di grande spessore culturale ma accessibile, nella quale il linguaggio senza parole, ma pieno di significato, della musica si confronta, nella lingua dell’intelligenza e delle emozioni, con la cultura e il pubblico, composto in buona parte da giovani e studenti. È proprio questa l’idea del professor Reggiani e di Note d’Inchiostro: che la musica non resti un’arte ammirata ma incomprensibile, ma un’espressione dell’animo umano che riesca a portare il suo messaggio in cui cultura, emozioni, morale e sacro si condensano, a tutti i cuori e le menti, giovani o meno giovani, che lo vogliono ascoltare e vivere.