Rifare per poter ripartire. Ne è convinto il prof. Luigi Campiglio, economista dell'Università Cattolica intervenuto al Meeting di Rimini, mercoledì 19 agosto, nell'ambito dei Talk Show Live Dopo il Covid #quellicheripartono, coordinato dai giornalisti Massimo Bernardini e Enrico Castelli.
I poveri nel mondo sono aumentati, il divario fra ricchi e poveri è il più alto degli ultimi 30 anni. Ma cosa si intende quando si parla di povertà?
Per Campiglio «oggi quando si ragiona in termine di povertà assoluta si intende quel pacchetto minimo di dotazione che permette di vivere dignitosamente ovvero riuscire a sfamare se stessi e i propri figli e avere un tetto sotto cui ripararsi. Ma il vero capitale oggi è l'istruzione e questo deve essere considerato un parametro di povertà.»
Insieme all'economista dell'Università Cattolica Luigi Campiglio, è intervenuto Giuseppe Folloni dell'Università di Trento, convinto che ripartire significa rifare, riprendere il rapporto fra gli attori e generare un sistema di fiducia di dialogo e di rapporto che metterà in gioco gli attori e permetterà di ripartire. «Rifare e ripartire vanno assieme e in questo centrano tutti gli attori economici: imprese e Stato perché la ricerca di base, welfare, infrastrutture non sarebbero alimentate.»
Ma che modello è quello che ha consentito il raddoppio dei miliardari?
Il modello economico che conosciamo da due secoli è il modello liberista che aveva come suo culto quello di lasciare fare l'economia agli attori liberamente e permettere di raggiungere il benessere massimo. Senza considerare che per benessere non si deve intendere solo quello economico, bensì anche quello sociale.
Non è sulla stessa onda Giorgio Vittadini convinto che «non si riparte da zero senza aver voglia di cambiare. Basta con i meccanismi, con gli algoritmi, l'educazione della persona è la risposta giusta.»
Prima del Covid ci piaceva il mondo come era prima?
Per la sociologa Chiara Saraceno il sistema di protezione italiano ha manifestato i suoi limiti, le disuguaglianze sono cresciute, mentre per Campiglio, in merito alle misure del governo, si tratta del primo episodio in cui il capitalismo ha rivelato limiti così forti, inattesi e profondi. «Dobbiamo immaginare che è possibile cambiare. Molte aziende si stanno muovendo nella direzione di avere a che fare con prodotti garantiti, salubri, nel rispetto del pianeta. Esiste oggi un rapporto nuovo fra uomo e natura. L'economia è un rapporto uomo natura mediato attraverso una serie di articolazioni e organizzazioni.»
Franca Maino, Direttrice del Laboratorio Percorsi di Secondo Welfare e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche Università degli Studi di Milano, ricorda che «ci sono alleanze virtuose fra pubblico e privato. Modelli che hanno messo al centro le persone, che hanno co-progettato insieme. Esiste un movimento positivo anche dei corpi intermedi che hanno provato ad agire, a stilare protocolli su come intervenire. Si deve partire da qui, con delle Alleanze dal basso.»
In tutto questo che ruolo ha lo Stato?
«Il lockdown è stato deciso dallo Stato e per questo deve compensare le perdite» afferma Alberto Mingardi, Direttore dell'Istituto Bruno Leoni. «Ora deve cercare di seminare per la ripresa, dare ossigeno, capacità di movimento alle imprese; diversamente si allungheranno i tempi della recessione e soprattutto si devono evitare i divari fra le generazioni.» Per l'economista Lucrezia Reichlin Rechlin «l'intervento dello stato si giustifica se interviene sull'innovazione. Sarebbe bene avere un intervento in Europa per delle aggregazioni in settori chiave; questo sarebbe importante per la tenuta dell'Europa. Si stenta ad avere degli obiettivi comuni sul lato industriale. Gli Stati potrebbero fare la loro parte.»
Si evidenzia un ritorno dello Stato protagonista nell'economia?
Per Folloni «la burocrazia italiana è un problema, così come il deficit enorme. Per questo occorre uno Stato, un Governo che sia capace di entrare in taluni elementi e che dialoghino con il sistema privato. Autostrade? Esempio di mancanza di capacità governativa e di controllo che poi gli fa fare azioni poco efficienti, come avviene con Alitalia che ci è costata 12 miliardi.»
A Stefano Barrese, Responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, si chiede di spiegare il ruolo di finanza e banche. «La finanza la vedo più come un'attività con risultato a zero, mentre la banca a somma positiva perché può aumentare l'inclusione. Intesa San Paolo va a cercare l'inclusione fra la clientela non considerata “bancabile”. Ad es gli studenti, che non hanno una storia di reddito, con un prestito a tassi bassissimi, consentendo loro un credito per pagare l'istruzione. Il sistema bancario aiuta l'impresa e permette la crescita del Paese. »
I prossimi eventi, oltre che sulle piattaforme digitali del Meeting (sito, social, canale Youtube), si potranno seguire in streaming anche dal sito dell'Università Cattolica: www.unicatt.it.