Livia Cadei, docente di Pedagogia generale e sociale all’Università Cattolica, è stata nominata sabato 25 gennaio presidente della Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana, la rete che conta oltre 200 centri da Nord a Sud.
Da sempre studiosa delle dinamiche delle vita di coppia e delle famiglie, fin dai primi anni dell’avvio, nel 1996, del Centro studi pedagogici sulla vita matrimoniale e familiare voluto dal professor Luigi Pati, la bresciana Livia Cadei, presidente della Felceaf (Federazione lombarda dei Centri di Assistenza familiare), ora coordinerà i duecento consultori familiari aderenti alla Confederazione italiana di ispirazione cattolica.
«Bisogna uscire dall’emergenza per promuovere una cultura a favore della famiglia»: questa la sua prima dichiarazione dopo la nomina. «Il consultorio può diventare un presidio educativo territoriale, che, attraverso la propria dimensione pedagogico-educativa, non soltanto aiuta le persone a risolvere i problemi della vita quotidiana, ma soprattutto le sostiene nel dare senso e significato alla propria esperienza. Per questo la sfida principale sarà quella della formazione, del lavoro d’équipe; si dovrà mettere al centro la famiglia, troppo sola e isolata, e solo grazie a un lavoro di rete e di relazioni potrà ancora oggi contribuire al benessere della società».
Quale la strada per raggiungere questo obiettivo? «Attraverso l’attività dei consultori si cercherà di non lasciare sole le famiglie nelle molteplici situazioni di difficoltà, bisognerà riconnettere le generazioni, sostenerle nelle transizioni naturali del ciclo di vita e nella possibilità di assumere il proprio ruolo all’interno dei processi e sociali. Per fare questo si dovrà uscire verso la comunità, senza attendere che bussino alla porta».
Una cultura della famiglia che oggi risulta sempre più diversificata e variegata e per questo difficile da integrare… «Una particolare attenzione verrà riservata alle famiglie degli immigrati che portano con sé culture diverse, ma non per questo devono sentirsi alternativi. Dovranno essere accolte e integrate con modalità diverse perché ognuna di loro porta con sé dei racconti, dei sogni che possono arricchire la nostra società. I numerosi consultori cattolici, nello spirito dei principi costituzionali di solidarietà e sussidiarietà, aiuteranno tutte le persone, coppie e famiglie, indipendentemente da appartenenze e convinzioni ideali e religiose».