La Turchia entra nei piani di studio della Cattolica. Per l’anno accademico 2017-2018 la facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere attiva nel biennio magistrale di Scienze Linguistiche un corso annuale dedicato alla cultura e civiltà del Paese della Mezzaluna, una delle potenze economiche emergenti a livello globale, con un ruolo cruciale nelle relazioni tra Occidente e Oriente.
Il corso sarà articolato in 30 ore di storia della Turchia contemporanea, affidate al professor Giorgio del Zanna, e 40 ore di esercitazione di lingua turca (circa due ore a settimana) tenute da Gül İnce Beqo, sociologa turca, da anni impegnata anche nella didattica del turco (qui l’intervista in cui racconta la sua ricerca di dottorato sull’immigrazione turca Italia e le sue incursioni nel mondo della letteratura).
L’iniziativa arricchisce ulteriormente l’offerta formativa della facoltà e, nello stesso tempo, manifesta il crescente interesse dell’Ateneo per la nuova via della seta, lungo la quale la Turchia costituisce un importante snodo geopolitico ed economico. Senza contare che anche l’Italia negli ultimi anni è diventata un polo di attrazione per numerosi studenti turchi che approdano nel Belpaese per il conseguimento della laurea: basti pensare che nell’anno accademico 2016/2017 sono 106 i giovani di cittadinanza turca regolarmente iscritti a un corso di laurea dell’Università Cattolica.
Ma come è nata l’idea di un corso di “Cultura e civiltà della Turchia”? «Vi sono molte ragioni che ci hanno suggerito di offrire questo insegnamento» osserva il preside Giovanni Gobber. «La Turchia ha un ruolo geopolitico decisivo sullo scacchiere del Vicino Oriente e l’interesse per questo Paese è elevato, tra gli imprenditori, i politologi, i funzionari di organizzazioni e gli addetti alle relazioni internazionali: una prima conoscenza di storia, cultura e lingua turche, che in Italia sono poco note, può dunque rappresentare un “atout” per i laureati».
Ci sono anche delle motivazioni di tipo linguistico: «La conoscenza della lingua turca apre la via al mondo “turcico”, che fa da ponte fra Europa e Cina» prosegue il professor Gobber. «Inoltre, il turco, lingua agglutinante, ha caratteristiche strutturali importanti per chi sia interessato ad approfondire le conoscenze linguistiche generali».
Il preside di Scienze linguistiche richiama infine motivazioni di ordine storico: «In passato la Turchia è stata sede di contatti culturali e linguistici; la conoscenza del turco e della Turchia ottomana aiutano a comprendere la storia e la contemporaneità. Tra le lingue più vicine al turco vi è l’azero, che ha decine di milioni di parlanti, soprattutto in Īrān, e il tatáro, con circa 5 milioni di parlanti, per lo più in Russia, ma una piccola minoranza è in Romania. Dello stesso gruppo del turco sono poi il kazako, il kirghizo, il turkmeno, l’uzbeko e il gagauzo, quest’ultimo è parlato in Moldavia e in Ucraina».