L'incredbile storia dei Miami Heat, la squadra che sta contendendo il titolo Nba di basket ai Los Angeles Lakers, nell'avvincente racconto di Antonio Giuliano su "Avvenire"


di Antonio Giuliano

Comunque vada, Miami ha già vinto. Anche se venerdì notte l’anello andrà ai Los Angeles Lakers (conducono 3-1 la serie finale). Gli Heat hanno messo in campo quanto di più prezioso il basket possa offrire: lo spirito di squadra, la capacità di far fronte alle avversità, la voglia di non mollare mai, la profondità di uomini che hanno trovato nel canestro uno strumento di salvezza. È stata già un’impresa essere approdati in finale. Che i Lakers fossero infatti la squadra da battere in questa anomala stagione Nba era abbastanza prevedibile. Non era invece affatto immaginabile che a contendere il titolo a LeBron James e compagni fossero loro, gli Heat, che non figuravano nemmeno tra le prime teste di serie a Est. Nell’anno in cui il Covid ha travolto le nostre vite, raffreddando anche l’interesse per quel che resta dello sport (tra campionati privi di pubblico e rose condizionate dai contagi), va dato atto a Miami di aver scaldato gli appassionati in collegamento con la surreale “bolla” a porte chiuse di Disney World. Qui, dove l’America del basket ha se non altro trovato una fortezza impermeabile al virus.

Ma poi, mai nome fu più azzeccato: Miami “ Heat”, “caldo”, come il clima estivo di cui beneficia tutto l’anno la città della Florida ma anche come il “calore” con cui viene vissuto questo sport. In quel logo con la palla infuocata che attraversa l’anello del canestro c’è tutta la fame di vincere, bruciante, di una franchigia giovane (nata nel 1988) ma quasi sempre protagonista. Tre i titoli già portati a casa. Nel 2006 grazie alla coppia stellare Shaquille O’Neal-Dwyane Wade. Nel 2012 e nel 2013 con la squadra dei “tre tenori”, Wade (ancora lui) con Bosh e LeBron. Ma se dopo qualche stagione difficile sono tornati a giocarsi il titolo, il merito è di due “registi” speciali: Pat Riley, il presidente, e Erik Spoelstra il coach.

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