La voce autorevole di un Nobel per la pace in un mondo in fiamme. Rigoberta Menchú esprime la sua preoccupazione per la guerra mondiale “a pezzi”, come l’ha definita il Papa, che affligge diversi paesi: dall’Africa, al Medio Oriente, all’America Latina. «Per porre fine a tali violenze è necessario che tutti gli uomini cambino la loro visione della realtà, evitando pratiche di discriminazione e di razzismo. In questo senso, anche l’Europa deve ridefinire la sua politica migratoria e da questo punto di vista appoggio pienamente tutto quello che sta facendo Francesco».
Il simbolo della lotta per i diritti umani lunedì 6 giugno, in una affollata aula Pio XI, è stata ospite dell’Università Cattolica per parlare di cultura Maya e rispetto dell’ambiente. «Una grande persona, più che un grande personaggio» l’ha definita Dante Liano, docente di Lingua e Letterature ispano-americane, che ha promosso l’iniziativa con il Dipartimento di Scienze linguistiche e letterature straniere. Quest’ultimo per l’occasione ha messo a disposizione della Fundación Rigoberta Menchú Tum un contributo finanziario destinato alla formazione universitaria di giovani guatemaltechi.
«Siamo riconoscenti all’Università Cattolica di Milano che, tramite il Dipartimento diretto dalla professoressa Marisa Verna, ha messo a disposizione un finanziamento che si tradurrà in 10 borse di studio», ha detto Rigoberta Menchú. «Da circa 20 anni la nostra Fondazione opera con diverse attività nell’ambito educativo con l’obiettivo di offrire a studenti volenterosi l’opportunità di andare all’università, terminare la carriera e in questo modo migliorare il sistema socio-politico del nostro Paese».