È un piccolo robot che viene utilizzato, nella didattica innovativa, per sviluppare abilità sociali e comunicative negli alunni con bisogni educativi speciali. Potrebbe rappresentare la mascotte del progetto europeo sul tema dell’autismo, di cui è partner il Centro studi e ricerche per la Disabilità e la Marginalità (Cedisma) dell’Università Cattolica, diretto dal professor Luigi D’Alonzo (nella foto a Birmingham con, da destra a sinistra, Ilaria Folci, Paola Molteni, Elena Zanfroni, Joanna Bubilek e il robottino).
Nei giorni scorsi il team di ricerca del Cedisma ha partecipato al primo Transnational Meeting alla University of Birmingham. Il progetto “Transform Autism Education: enhancing the skills, knowledge and understanding of teachers in the UK, Italy and Greece”, finanziato dalla Commissione europea attraverso il programma Erasmus+ “KA2-Cooperation and Innovation for Good Practices”, è coordinato infatti dalla professoressa Karen Guldberg, direttrice dell’Autism Centre for Education and Research dell’ateneo inglese.
L’iniziativa gode di una partnership internazionale significativa, tra cui la fondazione greca Aikaterini Laskaridis Foundation, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Monza e Brianza e due istituzioni inglesi, leader nella formazione e nella preparazione di docenti sulla tematica dell’autismo e dell’inclusione scolastica, Autism Education Trust e Genium Creative.
L’obiettivo principale del progetto è promuovere l’inclusione scolastica degli alunni con autismo sostenendo la formazione e lo sviluppo di competenze degli insegnanti ed educatori della scuola primaria.
Con il termine autismo ci si riferisce a una condizione che limita trasversalmente il funzionamento della persona, in particolare causando una diversità significativa nel modo in cui essa comunica, si relaziona e percepisce il mondo intorno a sé, con conseguenti difficoltà comportamentali e sensoriali. Come dichiarato dall’Istituto Superiore di Sanità nella Linea Guida 21 del 2011, la presenza nelle scuole italiane di bambini con tale disturbo sta crescendo sempre più e con essa aumenta anche la necessità e l’interesse di sviluppare percorsi formativi adeguati ed efficaci per gli insegnanti che accolgono o accoglieranno in classe questi alunni.
Durante la prima fase di ricerca, che si è avviata a novembre 2014, il team intende rilevare e monitorare gli atteggiamenti e le buone prassi degli insegnanti dei tre Paesi partecipanti (Gran Bretagna – Italia – Grecia), al fine di promuovere successivi percorsi formativi e laboratoriali dedicati a rispondere al reale bisogno di insegnanti ed educatori. Per tale ragione è stato diffuso un questionario a tutte le scuole statali e paritarie della provincia di Monza e Brianza e la raccolta dei dati terminerà entro il mese di febbraio 2015.
Nel primo Transnational Meeting di Birmingham, nel corso di una settimana intensiva di lavoro, progettazione e confronto, i partner della ricerca hanno avuto modo di conoscere da vicino l’esperienza formativa e inclusiva dell’Inghilterra, attraverso la partecipazione a specifiche simulazioni di laboratorio, la costruzione di modelli innovativi di comunicazione e disseminazione, lo sviluppo di nuove pratiche di team building e project management e la visita a due scuole specializzate nell’accoglienza di alunni con disturbo dello spettro autistico.
L’esperienza vissuta all’estero ha permesso ai ricercatori del Cedisma di potenziare ulteriormente la conoscenza di percorsi formativi e inclusivi, avviando significative riflessioni educative e pedagogiche che sosterranno il lavoro della partnership.
Durante i tre anni di progetto saranno sviluppati e sperimentati nuovi moduli laboratoriali, basati sui bisogni reali degli insegnanti che accolgono in classe alunni con autismo nella provincia di Monza e Brianza, allo scopo di sostenere la diffusione di buone prassi innovative e di una cultura inclusiva, pronta ad accogliere e accompagnare nella scuola tutti i bambini con disturbo dello spettro autistico.