Simulare un colloquio di lavoro davanti al proprio pc o cellulare, ricevendone in cambio consigli utili su espressioni, gesti e posture da usare o evitare quando si è di fronte a un vero recruiter. È solo una delle possibilità che offre l’ingresso dell’intelligenza artificiale nel placement. L’Università Cattolica la propone ai suoi studenti e ai suoi laureati proiettati nel mondo del lavoro grazie a Jobiri, la piattaforma sviluppata da Claudio e Roberto Sponchioni (nella foto a sinistra), che ha già sfiorato in pochi mesi i 6.000 accessi.
Come un coach di carriera in carne e ossa, l’applicativo aiuta a definire obiettivi professionali, a trovare offerte lavorative in Italia e all’estero, permette di costruire curriculum e lettere di motivazioni efficaci e di allenarsi ai colloqui con video interviste simulate, il tutto comodamente da pc o cellulare, 24 ore su 24.
Grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale proprietari, Jobiri comprende, analizza e valuta i curriculum realizzati dai candidati, contribuisce a migliorarne l’efficacia tramite suggerimenti personalizzati e propone offerte lavorative e corsi in linea al profilo degli utenti.
L’Università Cattolica è il primo ateneo ad aver adottato, attraverso il portale dello Stage & Placement, la piattaforma che il trentatreenne startupper Claudio Sponchioni (a sinistra) ha realizzato in collaborazione con il fratello informatico che vive e lavora in Irlanda. L’uso dell’applicativo ha permesso di risparmiare circa 3000/4000 ore-uomo di orientamento.
Un dato estremamente significativo se si pensa che, a fronte dei pesanti cambiamenti che il mercato del lavoro ha subito nell’ultime decennio, centri per l’impiego, career service universitari, informagiovani e scuole superiori non riescono a fronteggiare il grido d’aiuto che arriva dal sempre più alto numero di persone alla ricerca di un’occupazione.
«Secondo ricerche Isfol sui canali di intermediazione infatti, i centri per l’impiego sono efficaci solo nel 3,4% dei casi, le agenzie per il lavoro nel 5,6% e il canale “scuola o università” solo per il 3,7%» fa notare Claudio Sponchioni, secondo cui le logiche del sistema dei servizi di accompagnamento al lavoro non sono più adeguate. «In Italia per esempio, un dipendente di un centro per l’impiego deve gestire 254 disoccupati contro i 30 della Germania. Un operatore di un career service universitario invece deve supportare in media 500 laureati all’anno».
Secondo Sponchioni, «in un contesto di risorse limitate, è necessario cambiare paradigma, uscendo da una logica di accompagnamento al lavoro tradizionale per abbracciare un approccio più efficace, efficiente e innovativo, sfruttando le potenzialità offerte dalla tecnologia».
Jobiri, startup innovativa a vocazione sociale, è nata proprio con questo intento: mettere a disposizione di chiunque un consulente di carriera intelligente, così che nessuno sia lasciato più solo nella ricerca di un lavoro.
La piattaforma è operativa da settembre 2017 e, oltre che in Università Cattolica, è già impiegata con successo in diverse realtà istituzionali tra cui il Comune di Udine, il Comune di Monfalcone, sei scuole superiori, Fondazione Pardis e, entro fine anno, anche a Águeda, città portoghese che vuole rilanciare l’occupabilità dei giovani del territorio con strumenti nuovi.
In questo modo l’intelligenza artificiale viene messa a disposizione di candidati e istituzioni, per promuovere lo sviluppo e il progresso del mercato del lavoro. «Permettere a chiunque di attivarsi in autonomia nella ricerca di una occupazione – conclude Sponchioni - non solo responsabilizza, ma garantisce l’indipendenza e i mezzi per costruirsi un futuro dignitoso».