di Luca Barenghi *
In occasione della 70ª edizione del Festival di Sanremo la redazione della Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica di Milano ha avuto il privilegio di vedere con i propri occhi (e non solo attraverso gli schermi della sala stampa Lucio Dalla) la quarta puntata della competizione canora più famosa d'Italia. Una volta scelte la giacca e la camicia più belle del proprio guardaroba e superato i controlli della security, si viene letteralmente proiettati in un’esperienza che non capita certamente di vivere tutti i giorni: star della televisione, artisti, cantanti ma anche persone normali sfilano fianco a fianco e scattano centinaia di selfie e foto di rito sul red carpet su cui sono ricamati tutti i nomi di tutti i vincitori, dal 1950 ad oggi, e che porta all'ingresso del teatro Ariston.
Dopo aver preso il proprio posto su una delle 1909 poltrone di quella che, dal lontano 1977, è la casa del Festival della Canzone Italiana le meravigliose scenografie del palco abbracciano i quasi 2000 spettatori trepidanti. Aspettando l’inizio dello show ci si intrattiene come meglio si può: chiacchierando col vicino di posto, rispondendo alle decine di messaggi di parenti e amici (“Wow! Vedrai dal vero Elodie, Achille Lauro, Amadeus, Diletta Leotta” e così via) o semplicemente osservando gli addetti ai lavori e i componenti dell’orchestra finire di sistemare l’attrezzatura e accordare i propri strumenti.
Alle 20:45 spaccate Amadeus scende i 15 scalini che le presentatrici e starlet di tutta Italia e non solo temono più di qualsiasi altra cosa al mondo: lo spettacolo ha inizio. Nonostante quest’edizione del Festival sia stata spesso additata da molti come “esageratamente lunga”, le sei ore di trasmissione, viste dal vivo, passano davvero veloci. Le 8 canzoni della finale delle Nuove Proposte (vinta, proprio quella sera, da Leo Gassman con Vai bene così), le 24 (anzi 23 dopo il dispiacevole incidente tra Bugo e Morgan accaduto sempre durante la quarta puntata) dei Campioni, i simpatici sketch di quell’inossidabile mattatore di Fiorello, le apprezzatissime esibizioni di Gianna Nannini, Dua Lipa e Ghali: tutto ha un sapore, un colore e un suono completamente diverso rispetto ai Led della TV.
Alle 2:30 passate con l’arrivederci dei presentatori alla finale del sabato (che decreterà come vincitore Diodato e la sua Fai rumore) vengono alla mente le parole di Canzone per te di Sergio Endrigo: “È già finita”. Tornando verso la camera d’albergo una miriade di pensieri passa e si sovrappone nella testa. Tuttavia, una volta appoggiato stancamente l’orecchio sul cuscino, le uniche parole che escono flebili dalla bocca, prima di cadere tra le braccia di Morfeo, sono: «Lunga vita alla musica Italiana… E lunga vita a Sanremo!».
* studente della Scuola di Giornalismo dell'Università Cattolica