Il 28 aprile 2020 ricorre il ventesimo anniversario della scomparsa del professor Adriano Bausola, rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore dal 1983 al 1998. Il professor Michele Lenoci, suo allievo, già preside della facoltà di Scienze della formazione e oggi presidente del Nucleo di Valutazione d'Ateneo, ne ricorda l'impegno scientifico, l'attività istituzionale e il profilo umano

di Michele Lenoci 

Vent’anni fa, il 28 aprile 2000, moriva Adriano Bausola al termine di una lunga e dolorosa malattia. Nell’Università Cattolica ha trascorso tutta intera la sua esistenza di studente, studioso e docente, dal momento in cui si è iscritto nel 1950 al Corso di laurea in Filosofia. Laureatosi nel 1954 con Gustavo Bontadini, prosegue poi i suoi studi sotto la guida di Sofia Vanni Rovighi, per approfondire autori e correnti del pensiero moderno e contemporaneo con particolare attenzione alle tematiche metafisiche e a quelle morali e antropologiche. L’antimetafisicismo di Dewey, l’argomento ontologico in Leibniz, filosofia e storia, etica e politica in Croce, filosofia e rivelazione in Schelling, la teoria della conoscenza e la fondazione della morale in Franz Brentano, l’antropologia pascaliana e il tema del pari sono alcuni fra i molti argomenti che ha indagato, attraverso un lavoro infaticabile, con attenzione rigorosa ai testi, ma anche con una preoccupazione fondamentale, tipica dei filosofi formatisi alla scuola dell’Università Cattolica: verificare se e in che modo le tradizionali impostazioni metafisiche classiche possano trovare anche nel pensiero moderno e contemporaneo la comune base per un dialogo fruttuoso e per nuove acquisizioni, nella speranza di rimuovere pregiudizi, superare contrapposizioni previe e infrangere divieti. 

Sul piano più prettamente teoretico ha approfondito il fondamento metafisico della morale, in un costante dialogo con le impostazioni più accreditate, e il problema della libertà, nell’intento di addurne una giustificazione razionalmente plausibile, non appoggiata unicamente sull’evidenza immediata. Su un altro versante si è impegnato, soprattutto negli ultimi tempi: il percorso di una teologia razionale che sia complementare a quello delle vie tomistiche e che faccia appello a una intuizione immediata, anche se parziale e non esaustiva, dell’Infinito e di Dio. A questo proposito, più che sulle orme della Vanni Rovighi, rimasta sempre fedele soprattutto alla prima via di Tommaso, Bausola si muove seguendo le suggestioni ricevute, da un lato, da Bontadini, soprattutto da quello degli anni giovanili e, dall’altro, dalla meditazione delle pagine di Pascal, che  su di lui hanno esercitato un innegabile fascino.

Dopo la libera docenza in Filosofia morale, conseguita nel 1962, Bausola, nel 1970 diventa ordinario di Storia della filosofia presso l’allora Facoltà di Magistero (sede di Brescia), per insegnare poi Filosofia morale e Filosofia teoretica nella Facoltà di Lettere e filosofia. Per nove anni, a partire dal 1974, sarà preside della Facoltà di Lettere e filosofia, mentre nel 1983 sarà eletto rettore dell’Università Cattolica, incarico che conserverà per quindici anni sino al 1998.

In questo periodo dispiega un’attività organizzativa e culturale assai rilevante, culminata, allorché ormai la malattia sta minando il suo fisico, nell’approvazione del nuovo Statuto dell’Ateneo. E molte questioni strutturali vengono affrontate: se, da un lato, si tratta di ampliare la libertà di scelta degli studenti riguardo ai loro piani di studio, dall’altro, si intende mantenere quel rigore che ha sempre caratterizzato la Cattolica nel corso degli anni; inoltre, in una prospettiva di sviluppo dell’Ateneo, viene perseguito il rafforzamento finanziario e l’ampliamento edilizio; sorgono tre nuove Facoltà (Lingue e letterature straniere; Scienze bancarie, finanziarie e assicurative ed Economia a Piacenza) e viene istituita la sede di Cremona; il numero degli studenti passa da 21.000 a oltre 40.000. Fra l’altro, egli potenzia il Centro per la Dottrina sociale della Chiesa e fonda il Centro di Bioetica, istituendo la prima cattedra di Bioetica in Italia, che sarà ricoperta da Elio Sgreccia. A questo considerevole lavoro, Bausola, che è pure componente del Pontificio Consiglio per la Cultura, associa un convinto impegno culturale: raccogliendo le sollecitazioni di Papa Giovanni Paolo II, sviluppa iniziative per far emergere pure in Università la portata culturale della fede e la sua capacità di innervare e vivificare i problemi fondamentali con cui la società odierna è chiamata a misurarsi, allo scopo di trovare soluzioni umanamente degne e arricchenti. È stato un credente e uno studioso tanto penetrante nell’intelligenza, quanto umile e disponibile nel servizio alla sua Università e alla Chiesa, dimostrando una rara capacità di afferrare l’essenziale e di muoversi sempre in un delicato rispetto delle persone, ben sapendo che i problemi non sono mai semplici e che i nodi non vanno recisi con violenza, ma districati per ritrovare i fili delle rispettive, molteplici ragioni.