La solidarietà per l’Università Cattolica corre lungo la Via della Seta. Nel pieno dell’emergenza sanitaria sono numerose le iniziative e manifestazioni di vicinanza espresse dalla Cina nei confronti dell’Ateneo, da sempre fortemente impegnato nel promuovere la conoscenza della lingua e cultura cinese in Italia, anche attraverso l’attività dell’Istituto Confucio. Quest’ultimo lo scorso 10 febbraio - in occasione della Festa delle lanterne che chiude tradizionalmente i festeggiamenti per il capodanno cinese - espresse solidarietà al popolo cinese per la difficile situazione generata dall’epidemia di coronavirus.
Una mobilitazione solidale partita dal basso e che ha coinvolto innanzitutto gli studenti. Diecimila mascherine sono state donate alla Cattolica dal papà di una studentessa cinese iscritta all’Università Cattolica. Ventiquattrenne, di Jiaxing, vicino Shanghai, la giovane, che preferisce mantenere l’anonimato, si trova nel capoluogo lombardo per frequentare un corso di laurea triennale. «Mi sono trasferita in Italia a settembre 2018 per studiare italiano. Lo stesso anno mi sono laureata in design della moda a Shanghai. All'inizio, volevo studiare italiano per continuare i miei studi nell'ambito fashion, ma sono anche molto appassionata di arte e storia italiana, vivendo a Milano, ho scoperto ancora di più la bellezza delle opere e della cultura italiana. E quindi, ho deciso di studiare arte e storia italiana in Italia e ho scelto l’Università Cattolica sia per il bellissimo campus che è un patrimonio culturale di per sé, sia per l'ottima formazione che viene data a noi studenti».
L’idea di donare le mascherine alla Cattolica è nata durante una chiamata a distanza con i suoi genitori. «Un giorno ero in collegamento FaceTime con i miei genitori e parlavamo del fatto che a Milano fosse quasi impossibile comprare le mascherine rispetto alla Cina dove sono tante le fabbriche che le producono ed è quindi più semplice reperirle. Il nostro primo pensiero allora è stato per la mia università e con mio padre ho cercato di trovare il modo di fare qualcosa. Così terminata la chiamata mi sono messa in contatto con chi potesse darmi concretamente una mano. Per noi funziona in questo modo: se c’è bisogno e possiamo aiutare qualcuno lo facciamo. Come recita un celebre proverbio cinese: “The kindness is never too minor to do”».
Ondata di solidarietà anche altri studenti cinesi dell’Università Cattolica che di fronte all’emergenza sanitaria hanno partecipato a una serie di iniziative con l’obiettivo di supportare le vittime dirette e indirette del Nuovo Coronavirus (Covid-19).
Inizialmente, sono stati inviati aiuti a Wuhan tramite le piattaforme di pagamento mobile Wechat Pay e Alipay. In seguito, la Cattolica Chinese Students Association, insieme ad altre associazioni, ha fatto arrivare a Milano 1.500 mascherine Ffp2 di cui 978 sono state distribuite gratuitamente ai cittadini milanesi e il 7 marzo altre mascherine sono state donate alla Protezione civile che le ha consegnate all’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano.
Parte delle associazioni studentesche coinvolte si è tempestivamente mobilitata per organizzare una raccolta fondi per acquistare materiale sanitario da destinare alla Protezione civile, per vari ospedali in base alle priorità. L’Istituto Confucio dell’Università Cattolica ha sostenuto questa donazione, insieme ad altri enti, ad aziende e associazioni.
«Davanti a situazioni di questa portata, è normale sentirsi piccoli ed impotenti, ma non siamo soli ad affrontare questo problema», dice Yang, la studentessa della Cattolica che guida tale associazione. «Nessuno è in grado di cambiare il mondo da solo, ma tutti insieme faremo la differenza!».
Sono stati poi molti i messaggi di vicinanza giunti all’Ateneo tramite l’Istituto Confucio da parte di rettori, docenti e alumni cinesi che hanno voluto così esprimere solidarietà e ribadire il loro legame con la Cattolica. Tra queste la University of International Business and Economics (UIBE) di Pechino, che si è mobilitata per poter inviare mascherine, come pure la Wenzhou University, che si è offerta per mandare materiale sanitario o la Jilin International Studies University che, per quanto al momento non abbia in corso con la Cattolica collaborazioni, ha inviato 100 mascherine, di cui 50 monouso e 50 modello N95 con filtro speciale.
Intanto alla Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma migliaia di dispositivi di protezione individuale (DPI) sono arrivati direttamente dalla Cina grazie all’intuizione di una laureanda in Medicina e chirurgia del campus di Roma, Francesca Albanesi. Sostenuta dalla comunità cinese residente in Italia in pochissimi giorni il policlinico Gemelli ha raccolto oltre 85 mila mascherine chirurgiche, 5mila mascherine Ffp2 ed Ffp3, centinaia di occhiali protettivi, tute protettive e guanti.