Le imprese di famiglia rappresentano da tempo una delle aree più studiate in ambito economico e giuridico, ma da qualche anno destano l’interesse anche della psicologia, perché rappresentano un fenomeno particolare di convivenza che talvolta genera un incontro/scontro fecondo e talvolta mortifero, potenzialmente molto pericoloso per la sopravvivenza dell’organizzazione. Solo il 20% delle imprese arriva alla terza generazione, la parte restante è capace solo di passare il testimone, in qualche modo, da padre a figlio, ma non da nonno a nipote. Per il 30% delle aziende il processo di ricambio generazionale coincide con la fine della realtà aziendale.

Per questo singole specializzazioni non possono più gestire oggi la complessità delle imprese di famiglia. Serve una figura professionale che disponga di competenze provenienti dalle diverse aree, compresa soprattutto quella psicologica e relazionale.

A questo tipo di impese è dedicato il seminario dal titolo “Il Family Business: le caratteristiche della convivenza generazionale di impresa”, in programma nella sala della Gloria dell’Università Cattolica a Brescia lunedì 29 gennaio alle 17.30. Un appuntamento all’interno del ciclo “Le sfide attuali della Psicologia”, ideato anche per promuovere l’incontro tra la facoltà di Psicologia e il territorio bresciano.

Introdotto da Caterina Gozzoli, direttore dell’Alta Scuola di Psicologia “Agostino Gemelli" dell’Ateneo, il seminario è coordinato da Maura Pozzi e Silvio Carlo Ripamonti, docenti di Psicologia Sociale e del Lavoro e delle Organizzazioni nelle sedi di Brescia e Milano, che presenteranno una ricerca frutto di una lunga analisi di aziende famigliari con l’obiettivo di ricavare un modello interpretativo e valutativo, utile per le generazioni coinvolte nella gestione.

A seguire discuteranno il tema tre imprenditori: Paolo Streparava, Ceo del Gruppo Streparava; Valentina Moretti, direttore creativo di Moretti-More e vicepresidente esecutivo di Moretti Costruzioni; Sofia Gioia Vedani, Ceo di Planetaria Hotels.

Coordinati da Alberto Albertini, giornalista e docente presso la facoltà di Scienze linguistiche dell’Università Cattolica di Brescia, gli imprenditori porteranno esempi virtuosi di convivenza e passaggio generazionale, anche in una prospettiva di diversificazione, di sviluppo e di rinnovamento, fattori chiave per la sopravvivenza di qualsiasi azienda.

La ricerca di Maura Pozzi e Silvio Carlo Ripamonti è partita dalla verifica che le imprese di famiglia sono un soggetto sociale speciale e particolare dal punto di vista relazionale. Impresa e famiglia, per chi le vive, rappresentano una “palestra” di vita unica, anche molto difficile e sfidante, di crescita personale e professionale. Lo studio evidenzia una mappa di lettura delle principali categorie relazionali che si giocano in questa palestra.

Tale mappa potrà essere utilizzata per “fotografare” un’azienda di famiglia lungo ben 14 categorie chiave, sia dalla generazione Senior che dalla generazione Junior che vi convivono al suo interno. La mappa è finalizzata infatti a favorire in primis il dialogo tra le generazioni coinvolte, soprattutto nella delicata fase della transizione/convivenza, e rappresenta un utile strumento per i consulenti che vogliano favorire uno scambio e una crescita tra le generazioni impegnate nel processo.

L’intento è anche quello di rendere visibili le rappresentazioni di funzionamento dell’azienda, trovare nuove soluzioni, capire e risolvere i conflitti. La ricerca si è svolta intervistando direttamente le generazioni coinvolte, all’interno di aziende italiane, con un approccio di ricerca dialogica e bottom-up. Perché le imprese di famiglia sono predominanti nel tessuto industriale italiano, con percentuali che si attestano intorno al 85% sul totale di imprese e dipendenti.

Il passaggio (e la convivenza) generazionale sono quindi gli snodi fondamentali per la crescita e il mantenimento del sistema economico italiano, sebbene solo il 7% delle aziende familiari italiane pianifichi le modalità di passaggio o di coinvolgimento della generazione successiva nell’azienda.

Le imprese di famiglia rappresentano da tempo una delle aree più studiate in ambito economico e giuridico, ma da qualche anno destano l’interesse anche della psicologia, perché rappresentano un fenomeno particolare di convivenza che talvolta genera un incontro/scontro fecondo e talvolta mortifero, potenzialmente molto pericoloso per la sopravvivenza dell’organizzazione. Solo il 20% delle imprese arriva alla terza generazione, la parte restante è capace solo di passare il testimone, in qualche modo, da padre a figlio, ma non da nonno a nipote. Per il 30% delle aziende il processo di ricambio generazionale coincide con la fine della realtà aziendale.

Per questo singole specializzazioni non possono più gestire oggi la complessità delle imprese di famiglia. Serve una figura professionale che disponga di competenze provenienti dalle diverse aree, compresa soprattutto quella psicologica e relazionale.

L’evento è organizzato in collaborazione con Saef - Finanza agevolata, Formazione e Sicurezza (Brescia) e Studio Rock - Dottori Commercialisti, Revisori, Legali, Consulenti d’impresa (Milano, Lugano)