di Roberto Auzzi *
Come ci ricorda Borges nel suo “Manuale di zoologia fantastica”, la Luna ha da sempre ispirato i sogni dell'uomo. Gli inglesi ci videro la forma di un uomo, Shakespeare accenna varie volte al "man on the Moon". Secondo una fiaba toscana, il Signore dette a Caino la Luna per prigione e lo condannò a portare un fardello di spine fino alla fine dei tempi. I cinesi invece ci videro una lepre: il Buddha, in una delle sue molte vite, soffrì la fame. Per questo un leprotto si gettò nel fuoco per nutrirlo con le sui carni e il Buddha lo ricompensò inviandone l'anima sulla Luna.
Miti a parte, l'uomo sulla Luna ci è stato veramente, ben sei volte, tutte nell'arco di tempo dal 1969 al 1972. Dodici uomini ci hanno camminato, tutti all'interno del programma Apollo. Forse a spingerlo, più che il desiderio di incontrare Caino (o il divino leprotto), sono state ragioni politiche. Si stima che ben un quinto della popolazione mondiale abbia seguito in diretta la trasmissione della passeggiata del primo uomo sulla Luna dell'Apollo 11. Apollo senz'altro riuscì nell'intento di battere l'Unione Sovietica nella corsa allo spazio.
Cosa ci ha insegnato questo viaggio al di là della politica? Apollo ha stimolato molte aree della ricerca tecnologica, producendo numerosi spin-off. La necessità di un computer di bordo che consentisse alla missione di essere affidabile è stata una delle motivazioni che hanno guidato le prime ricerche nel campo dei circuiti integrati, ora utilizzati praticamente in ogni apparecchiatura elettronica. Nel 1963, Apollo stava utilizzando il 60 per cento di tutta la produzione degli Stati Uniti di circuiti integrati.
Le rocce prelevate da Apollo stanno inoltre contribuendo a svelare l'enigma della formazione della Luna. In base alla datazione isotopica dei campioni di rocce, tale evento risale a ben 4.5 miliardi di anni fa. Varie teorie sono state proposte per spiegarne l'origine. Per esempio, nel 1898 George Darwin propose che la Luna si sarebbe formata da rocce staccate dalla superficie terrestre per effetto della forza centrifuga, allontanandosi gradualmente. Tale ipotesi è ad oggi esclusa, in quanto richiederebbe una velocità molto maggiore di rotazione della Terra e non è compatibile con l'età della crosta oceanica. Italo Calvino ha preso questa teoria come spunto per un divertente racconto delle "Cosmicomiche", nella quale il protagonista Qfwfq rischia di rimanere bloccato per sempre sul satellite a causa del progressivo allontanamento della sua orbita.
La teoria attualmente più accreditata è quella dell'impatto gigante, secondo la quale la Luna si sarebbe formata in seguito all'impatto con la Terra di un pianeta della massa simile a quella di Marte. La Luna sarebbe nata dai detriti di questo colossale scontro cosmico. Molti dettagli della storia sono ad oggi sconosciuti, ma l'analisi delle rocce prelevate da Apollo continuerà a portare un contributo essenziale alla comprensione di tale meccanismo.
* docente di Teorie quantistiche dei campi alla facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, campus di Brescia