È il 20 settembre 2019. Nella sede della Addoun University a Galkayo si sottoscrive il protocollo di intesa tra l’Università Cattolica e il CAARI - Cultural and Archeo-Anthropological Research Institute della università somala. Purtroppo non siamo ancora abituati a sentire parlare di Somalia come di uno stato dove si possano avviare attività di cooperazione, soprattutto scientifica, nel quadro di grande instabilità politica e di costante insicurezza che caratterizza questo paese del Corno d’Africa. Eppure si deve cominciare se si vogliono ridurre i conflitti perché la pace non può aspettare. Anzi “la pace è urgente!”, sottolinea il professor Marco Lombardi (nella foto in alto), che ha portato a termine questa seconda missione del settembre 2019, dopo la prima a Mogadiscio e Bosaso del gennaio 2018.

La Addoun University ha sede a Galkayo, capitale della regione del Puntland, nel nord del Paese, coincidente con la vecchia Somalia Italiana e il CAARI è il centro di ricerca scientifica dell’università che ha come obiettivo il mantenimento e la promozione della cultura somala, nel contesto più ampio del sistema di relazioni internazionali. Ed è proprio sulla condivisone di questa prospettiva culturale che si è sviluppato il protocollo di intesa che prevede collaborazione dalla ricerca archeologica – nel corso della missione abbiamo potute esplorare i tumuli e le incisioni da poco ritrovati nella Valle dei Giganti – all’insegnamento della lingua italiana, alla promozione di un circuito virtuoso di azioni di Cultural Diplomacy che coinvolgerà, nei prossimi mesi, altre “aree estreme”.  

Questa iniziativa ha coinvolto vari soggetti: il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi), il “braccio operativo” della cooperazione internazionale dell’Ateneo; Itstime, il gruppo di ricerca del Dipartimento di Sociologia che sta promuovendo la Cultural Diplomacy come strumento per la riduzione dei conflitti; Perigeo, una Ong italiana con la quale sono state avviate alcune collaborazioni per le attività di cooperazione in aree di crisi. Nel complesso, questa attività in Somalia, come quella di gennaio a supporto dei cristiani in Siria, si inserisce nella linea di intervento che coniuga l’operatività del Cesi, la formazione alla cooperazione anche in aree di crisi della laurea magistrale in Cooperazione internazionale, il training specialistico del master in Cultural Diplomacy e l’attività di ricerca e intervento sul campo di Itstime del Dipartimento di Sociologia.

La cooperazione deve riguadagnare credibilità e competenza per dimostrarsi un sistema di intervento adeguato alle nuove sfide, capace di proiettarsi nei nuovi scenari di riferimento che cambiano in maniera significativa e rapidamente. Attraverso queste azioni l’Ateneo sta cercando di verificare un modello di intervento declinato nella Cultural Diplomacy Partnership, una esperienza di cooperazione reticolare, elaborata e promossa in Università Cattolica, che si colloca nella nuova prospettiva della geopolitica delle aree estreme.