Una vita dedicata alla fede e alla Cina quella di Padre Matteo Ricci, gesuita, missionario cattolico del XVI secolo, al quale in Università Cattolica viene dedicato da anni un Premio speciale. Il Premio Matteo Ricci, che a partire dal 1999 è stato attribuito dalla Facoltà di Scienze politiche e sociali a testimoni del ruolo della cultura e della ricerca scientifica come strumento dell'affermazione degli ideali di fratellanza tra i popoli, è stato conferito per l’anno accademico 2014/15 a Padre Angelo Lazzarotto del Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano.
Ha aperto la mattina della consegna del Premio mercoledì 25 novembre il rettore Franco Anelli, che ha identificato in Matteo Ricci un intellettuale, un elaboratore del pensiero, un grande missionario che ha svolto un ruolo di ponte tra le due culture, italiana e cinese. Un compito anche oggi indispensabile per interpretare mondi lontani dal nostro come può essere appunto quello cinese.
«Avere le chiavi per decifrare la realtà cinese per secoli impenetrabile, è fondamentale - ha aggiunto il Rettore - per capire come rapportarci ad essa in termini sociali, culturali e economici. Padre Lazzarotto è stato un mediatore culturale che ha seguito le orme di Ricci e per questo la Facoltà di Scienze politiche e sociali ha deciso di conferirgli il Premio».
Si legge nella motivazione della Facoltà per l’attribuzione del Premio: «Padre Angelo S. Lazzarotto ha dato con la sua vita, sia attraverso l’impegno diretto negli anni trascorsi in missione sia attraverso la sua ampia attività pubblicistica, un importante contributo a far emergere la presenza di sinergie tra la cultura cattolica e la cultura cinese. Ha intessuto pazientemente relazioni con i diversi attori, ecclesiali, politici e culturali e attivato importanti canali di interazione tra cui quello della valorizzazione delle figure di antichi missionari italiani distintisi in Cina per la loro azione culturale, elemento che ha consentito il coinvolgimento delle autorità locali di alcune importanti città cinesi. La sua costante attenzione alle dinamiche sociali e culturali, unitamente al sempre presente riferimento ai principi fondamentali della tradizione cristiana per la promozione integrale della persona umana, lo hanno reso particolarmente acuto nell’analisi dei contesti politico-istituzionali cinesi in forte mutamento e nella promozione del dialogo tra i popoli».
Anche dalle parole dell’Assistente ecclesiastico generale, monsignor Claudio Giuliodori, è emerso l’importante compito di inculturazione della fede che padre Ricci ha svolto: «Comprendere, amare e servire la Cina permeandola del messaggio evangelico attraverso la cura dell’amicizia, l’interazione con l’insegnamento di Confucio e la diffusione delle conoscenze scientifiche hanno reso Padre Ricci uno dei due uomini occidentali, insieme a Marco Polo, tutt’oggi ricordati in Cina».
Il preside Guido Merzoni ha poi messo in luce come Padre Ricci, uomo di scienza con una formazione poliedrica e una straordinaria capacità di comunicazione interculturale, possa essere considerato tra le figure ispiratrici della Facoltà di Scienze politiche e sociali, che ha fatto della ricerca della Verità nel dialogo e della formazione integrale della persona i suoi obiettivi prioritari.
Padre Gianni Criveller ha aperto il suo intervento sottolineando che i gesuiti hanno creato una rete di comunicazione globale e iniziato un processo culturale, scientifico e religioso di straordinaria rilevanza in Cina. Ricci ne è stato protagonista diffondendo conoscenze matematiche e astronomiche. Le scienze profane per lui non si opponevano a quelle sacre (di cui Ricci si dichiarava esperto), ma costituivano una strada di collegamento le une verso le altre: la matematica e l’astronomia erano infatti studi sia del cielo fisico sia di quello metafisico.
«Ricci aveva fiducia nei libri che considerava essenziali per la sua missione in Cina in quanto capaci di entrare nella cultura con più esattezza delle parole pronunciate oralmente». Il suo temperamento malinconico e l’importanza attribuita all’amicizia l’hanno reso amabile al popolo cinese. La determinazione del suo cammino missionario dalle estreme periferie della Cina a Pechino ci consente di accostarlo all’apostolo Paolo, che percorse con uguale determinazione il cammino da Gerusalemme a Roma.
La mattina si è conclusa con la Lectio magistralis di Padre Angelo Lanzarotto sul tema “L’attualità di P. Matteo Ricci tra Roma e Pechino”, e con la consegna del Premio.
Padre Angelo Lazzarotto, nella sua Lectio ha ripercorso le complesse vicende della vita, ma, soprattutto, della memoria di Matteo Ricci in Cina. Ha ricordato in particolare come dopo la morte di Mao e con l’esordio della politica della "porta aperta͟” la figura di Matteo Ricci sia stata in più occasioni ricordata. Padre Lazzarotto ha citato molti momenti rilevanti di questo fare memoria, e tra questi quanto accaduto nel 2010, nel quarto centenario della morte, occasione in cui Pechino ha ospitato nel Museo della Capitale una grande mostra intitolata "Matteo Ricci - Meeting of civilizations in the Ming China͟", mostra poi trasferita anche a Shanghai e a Nanchino. Su tutte le iniziative emerge comunque la presenza dell’immagine di Matteo Ricci nella nuova struttura del Capital Museum di Pechino, un riconoscimento eccezionale a Ricci, chiamato in Cina Li Madou, unico occidentale presente insieme all’altro italiano Marco Polo. E questo onore è stato ripetuto nel fregio in marmi policromi che racconta la storia cinese all’interno del Millennium Centre di Pechino. I tanti elementi tracciati nella Lectio di Padre Lazzarotto sono confluiti nell’auspicio che la figura di Matteo Ricci continui, a Pechino come a Roma, ad essere considerata come fondamentale per un sia pure non semplice dialogo inter-culturale.
Alla figura straordinaria di Matteo Ricci è stata dedicata anche la mostra “Matteo Ricci Macerata 1552 - Pechino 1610. A servizio del Signore del Cielo” esposta nel Cortile d’onore dell’Università per tutta la settimana e inaugurata alla presenza di mons. Claudio Giuliodori e di Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea dell’ateneo.
Per concludere le iniziative in onore di Padre Ricci giovedì 26 novembre è stato presentato il catechismo di Matteo Ricci nella prima traduzione italiana dai testi originali, durante l’incontro Il vero significato di “Signore del cielo” promosso dal Centro pastorale dell’ateneo. Sono intervenuti il rettore Franco Anelli, il preside della facoltà di Scienze politiche e sociali Guido Merzoni, Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea, Padre Gianni Criveller del PIME, Elisa Giunipero, direttore italiano dell’Istituto Confucio dell’Università Cattolica, Yu Yuoxue, direttore Cinese Istituto Confucio, Antonio Olmi, docente di Teologia, don Giovanni Battista Sun Xuyi, Associazione Centro Studi Li Madou – Macerata. Le conclusioni sono state affidate all'assistente ecclesiastico generale mons. Claudio Giuliodori.