Hanno frequentato l’Università Cattolica o la sua scuola di giornalismo dell’Università Cattolica e sono in prima linea, su diverse testate, nel racconto della pandemia da Coronavirus. Ma testimoniano tutti insieme che i media, soprattutto online, restano ancora vitali. Le voci dei nostri reporter in una serie di articoli
Tutto cambia, mentre tutti stiamo fermi. Una tendenza a cui il Coronavirus e il relativo lockdown ci stanno ormai facendo abituare, ma che per Linkiesta e il suo direttore, Christian Rocca, valgono il doppio. «Avevamo programmato il rinnovamento della veste grafica del sito da prima che scoppiasse l’emergenza. Ma dopo qualche giorno, avendo compreso che l’intera faccenda pandemica non si sarebbe risolta in un paio di settimane, abbiamo deciso di effettuare comunque questo cambio, nonostante tutte le difficoltà del caso» commenta Rocca, facendo riferimento ai mutamenti che la sua testata sta fronteggiando.
Direttore de Linkiesta dal settembre 2019, Christian Rocca ha affrontato negli anni le sfaccettature più diverse del mestiere del giornalista: lavorando a quotidiani cartacei come Il Foglio, dove ha peraltro ricoperto il ruolo di corrispondente dagli Stati Uniti, ma anche con la direzione del magazine IL, mensile del Sole 24 Ore, affermatosi sotto la sua egida come una delle riviste più innovative in Italia; senza contare, poi, l’attività di saggista, con il pamphlet Chiudete internet (Marsilio, 2019) come pubblicazione più recente.
Oggi, invece, un’esperienza tutta digitale a Linkiesta: «Abbiamo cambiato molto in questi ultimi mesi, specie dopo la crisi: prima di allora, si lavorava durante la giornata ad articoli che sarebbero andati poi online la giornata successiva, proprio come i giornali di carta. Un modello che andava cambiato, essendo il mondo intero diventato ormai una breaking news costante; così abbiamo iniziato a seguire molto di più le notizie dell’ultima ora su tutti i fronti della crisi: dal punto di vista economico, politico e sanitario soprattutto».
Un aspetto su cui Linkiesta si sta concentrando molto, a proposito di crisi, riguarda come l’Italia e il mondo intero potrebbero e dovrebbero ripartire dopo questo periodo di lockdown. «Il “come” è una chiave più interessante rispetto al “quando” – sottolinea Rocca – su cui invece si stanno concentrando quasi tutti, dai grandi giornali fino al governo, per finire con le aziende e i sindacati. Dovremo convivere con il virus a lungo, e questo cambierà il modo di stare insieme; ogni giorno, ci concentriamo su questo, per quanto complicato possa essere».
Tutto ciò, senza far passare in secondo piano il filone sanitario e di ordine pubblico, con notizie sul fronte del vaccino e approfondimenti sui vari approcci adottati dalle regioni italiane; senza dimenticare, poi, i risvolti politici dell’intera questione, da sempre tratto distintivo de Linkiesta. Un approccio organico e rigoroso, caratteristiche che del resto lo stesso Rocca ha iniziato ad affinare, nella propria carriera, sin dal 1987, quando cioè ha messo per la prima volta piede all’Università Cattolica. «Per me, che provenivo da Alcamo, passare dalla remota provincia trapanese a Milano è stato un grande passo; aver studiato alla Cattolica, inoltre, mi ha permesso di confrontarmi con colleghi e professori di alto profilo, provenienti da tutta Italia. Di certo, se non fossi venuto a fare Giurisprudenza in Cattolica, avrei fatto con ogni probabilità un altro mestiere».