Capire come la Teologia può aiutare ad affrontare la particolare situazione determinata dalla pandemia. Ma nello stesso tempo offrire un’occasione di confronto per rispondere alla sollecitazione di Papa Francesco di realizzare un “patto educativo globale”. Sono questi i temi che hanno fatto da sfondo al Seminario di studio promosso dal Centro pastorale dell’Università Cattolica e rivolto ai docenti di Teologia e agli assistenti pastorali dei cinque campus dell’Ateneo (Milano, Brescia, Piacenza-Cremona, Roma). Una storia che sa di futuro. L’Ateneo dei cattolici italiani da un secolo al servizio del Paese, di ieri, di oggi e di domani, questo il titolo dell’iniziativa che si è aperta lunedì 14 settembre, in presenza e nel rispetto delle norme di distanziamento, nell’Aula Magna dell’Università Cattolica. «Dopo un digiuno affettivo e relazionale è bello ritornare in questo luogo», ha detto il rettore della Cattolica Franco Anelli, salutando la platea sia presente in aula sia collegata in streaming. Quella della ripartenza è una «vita un po’ diluita», ha continuato il rettore. «Bisogna programmare e pianificare ma c’è la voglia di farlo per ricominciare e vedere gli studenti nei chiostri».
Purtroppo «la pandemia ha imposto non solo comportamenti e relazioni del tutto impreviste e sconvolgenti le consuetudini. Ha anche imposto di parlare solo di protocolli e cautele», ha osservato l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, aprendo i lavori del Seminario di studio dei docenti di Teologia e degli assistenti pastorali. Monsignor Delpini ha formulato il suo intervento in tre domande. «Che cosa ha da dire e da fare la teologia e l’assistenza spirituale per il futuro? A chi si rivolge l’insegnamento della teologia e la proposta del Centro pastorale in Cattolica? In quale contesto si avvia quest’anno il cammino verso il futuro?». Secondo monsignor Delpini, per rispondere alla prima domanda, «l’impressione di estraneità e di irrilevanza può indurre a una certa rassegnazione a eseguire il proprio compito il meglio possibile, rimanendo nel proprio ambito e fornendo quello che è richiesto. Il futuro è una categoria confusa e forse più una espressione retorica che un pensiero o un progetto. Spontaneamente viene da pensare che per questa nozione vaga di futuro siano più rilevanti gli investimenti, le previsioni, le competenze amministrative, le relazioni internazionali». Anche la teologia «è esposta alla tentazione di essere funzionale a una domanda che riguarda il futuro inteso come una problematica di organizzazione, invece che come un deserto da attraversare per giungere alla terra promessa». Che cosa ha da dire, dunque, oggi ai giovani la cui «trepidazione» è semplicemente quella di essere «inseriti nell’ingranaggio incontrollabile del mondo del lavoro, dell’organizzazione della società?». Per questo «forse può essere apprezzata la parola che viene da Dio e la relazione che viene offerta per un accompagnamento personale».
Pertanto, l’augurio dell’arcivescovo di Milano è che «la teologia e la dimensione religiosa, anzi cristiana, spirituale, anzi ecclesiale della vita mostri la sua pertinenza all’elaborazione delle discipline accademiche, non sia solo una disciplina tra le altre». I docenti di teologia hanno «forse la possibilità di essere animatori di una comunità accademica che renda possibile all’Università Cattolica di assumere, praticare, esibire in modo convincente la sua identità, la sua proposta culturale».
Da questo punto di vista, ha fatto eco l’assistente ecclesiastico generale della Cattolica monsignor Claudio Giuliodori introducendo l’iniziativa, «l’università si trova certamente al crocevia di queste immani sfide e a essa i giovani guardano con rinnovata fiducia, anche per superare le insicurezze e i timori resi ancora più pesanti dalla pandemia». Nel contesto dell’emergenza Coronavirus, ha precisato monsignor Giuliodori, sentiamo ancora più urgente dare forza e concretezza a questa «alleanza per il futuro» che rimanda anche al tema della prossima giornata per l’Università Cattolica che si celebra domenica 20 settembre.
Di questo si è discusso nella tavola rotonda Alleati per il futuro: memoria e profezia di un Ateneo cattolico. «Bisogna proiettare il servizio dei cattolici italiani in una prospettiva rinnovata», ha dichiarato monsignor Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, che ha preso parte alla tavola rotonda insieme con Agostino Giovagnoli, docente di Storia contemporanea in Cattolica, e Stefano Paleari, già rettore dell’Università di Bergamo e membro dell’Istituto Toniolo. Ecco perché, secondo monsignor Zani, servono una «capacità di visione» e uno «sforzo collettivo per riconfigurare il modo in cui si pensa e si agisce». Di qui il ruolo del “patto educativo globale”, proposto da Papa Francesco, e che sottolinea tre aspetti fondamentali – ripartire dalla persona, ripensare il pensiero, sviluppare la solidarietà – che «possano costituire linee guida per una istituzione come l’Università Cattolica che celebra il Centenario».