L’attuale situazione impone una riflessione sulle gravi implicazioni che la crisi conseguente alla SARS-CoV-2 avrà sulle condizioni economiche del nostro Paese e su molte famiglie nei prossimi mesi. In simili circostanze, il 5xmille è uno degli aiuti più concreti che l’Università Cattolica ha disposizione per continuare a garantire opportunità essenziali agli studenti. Basti pensare che dal 2010 a oggi in virtù di questo strumento è stato incrementato il numero di borse di studio, consentendo a 2.183 giovani di formarsi in Cattolica. Per conoscere da vicino tutte le aree strategiche in cui confluiscono le risorse del 5x1000, ha preso il via con l’editoriale del rettore Franco Anelli un percorso di approfondimento sulle iniziative portate a termine e sulle attività che l’Ateneo ha avviato negli ultimi anni grazie all’utilizzo dei fondi raccolti
Essere uno studente di medicina in una situazione di emergenza sanitaria internazionale significa anche affrontare il proprio percorso didattico con maggiore intensità. In questa fase è an- cora più cruciale l’impegno dell’Università Cattolica nel supportare i medici di domani non solo da un punto di vista formativo, ma anche fornendo aiuti economici concreti a copertura delle spese universitarie. Ne è testimone Gaia De Angelis studentessa ventenne al secondo anno della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo, beneficiaria di una borsa di studio per reddito e merito. Un risultato reso possibile anche grazie ai fondi del 5x1000.
Quanto è stato importante e che cosa ha significato per te avere ottenuto questa borsa di studio? «Si è trattata di una grandissima opportunità che l’Università Cattolica mi ha fornito. Oltre che idonea, sono risultata beneficiaria. Ciò ha significato per me non solo la copertura della retta universitaria, ma anche la possibilità di usufruire gratuitamente di alcuni servizi offerti dall’Ateneo e di avvalermi di un contribuito in denaro che ho utilizzato per acquistare materiale universitario».
Hai già un’idea di dove ti condurrà questa Facoltà? «Mi interessano molto la neurochirurgia e la medicina d’urgenza. Ma non ho ancora affrontato le materie cliniche, quindi non è facile definire ora con certezza quale sarà il mio futuro. Posso dire che, a prescindere dalla specialità che sceglierò, avrò sempre come riferimento ciò che ho vissuto in questi mesi. La mia speranza e ispirazione è diventare come quei medici, infermieri e membri del personale sanitario che hanno affrontato questa pandemia: una professionista capace di mettere a disposizione le proprie conoscenze e capacità per il benessere della società».
Imparare questa professione da remoto non è semplice. Com’è stato l’approccio all’e-learning? «L’impatto è stato di certo insolito e non sono mancate alcune difficoltà iniziali. Ma le piattaforme messe a disposizione dall’Ateneo e la collaborazione tra studenti e professori hanno permesso di superare le incertezze. I miei corsi prevedono un’attività professionalizzante pratica, che è stata dunque riadattata per le lezioni telematiche. Per esempio, ho comunque imparato come fare un elettrocardiogramma: la nostra docente ci ha spiegato la procedura e abbiamo analizzato un caso di studio tutti insieme».
Dalla Sicilia alla Lombardia per frequentare la facoltà di Lettere del campus milanese. È il percorso intrapreso da Gabriele Russotto: grazie a una borsa di studio erogata dai fondi raccolti tramite il 5x1000 ha la possibilità di studiare filologia moderna in Cattolica e, al tempo stesso, di sostenere i costi di studente fuori sede. Una università, dice Gabriele, «di alto livello» che gli sta dando l’opportunità di fare numerose esperienze professionalizzanti collegate al suo indirizzo di studio. Il suo sogno dopo la laurea? Lavorare in una casa editrice.