di Maria Rita Montebelli
16 marzo 2020. Mentre da una un’altra parte del campus si apre il Columbus Covid 2 Hospital, alla facoltà di Medicina e chirurgia della sede di Roma dell’Università Cattolica va in scena la prima seduta di laurea ai tempi del Coronavirus. Il clima è decisamente surreale. C’è un silenzio inconsueto perché manca la folla variopinta e festante di parenti e amici. Ma oggi è una giornata speciale nella sua straordinarietà e i laureandi non saranno presenti in aula, perché si collegheranno da remoto in videoconferenza..
La prima a rompere il ghiaccio è la palermitana Lucia Scurto, che è rimasta nella sua casa di studentessa a Roma, da dove in tele-conference discetta di aterosclerosi carotidea, di fronte al presidente di Commissione, professor Antonio Gasbarrini, al suo relatore, professor Yamume Tshomba, e al correlatore, professor Giovanni Tinelli. Lucia indossa una giacca rossa, come i confetti con i quali festeggerà chissà quando la laurea ed è emozionata come tutti i laureandi del mondo. La sua tensione va in onda in diretta e per lei, che è la prima, anche qualche inconveniente tecnico: non riesce a far scorrere le slide, mentre il suo bel viso campeggia sul maxi-schermo dell’aula Gemelli (in epoca Covid l’aula magna, scenario consueto delle sedute di lauree, non serve) sovrastando presidente e relatori. Ma anche questo piccolo empasse viene superato e Lucia procede spedita, illustrando i dati delle sue ricerche.
È quindi la volta del frusinate Valerio Turriziani, anche lui in video-collegamento. Questa volta nessun intoppo tecnico e la discussione della tesi, dopo opportuna identificazione del candidato via web (Valerio mostra alla telecamera del suo laptop la carta d’identità e il badge della Cattolica), procede tranquilla.
«In questi tempi così drammatici per il nostro Paese – commenta il professor Antonio Gasbarrini, ordinario di Medicina Interna e presidente della commissione di laurea – questa seduta di laurea rappresenta un momento importante per la nostra Facoltà. È la dimostrazione che la vita continua, che nonostante questa grave emergenza, siamo riusciti a rispettare il calendario per consentire ai ragazzi di laurearsi. E non solo a quelli della facoltà di Medicina, ma anche agli studenti di Scienze Infermieristiche e delle altre Professioni Sanitarie. Ai familiari dei ragazzi l’università spedirà la registrazione video di questa seduta così toccante e surreale, per conservarla tra i momenti importanti della vita di famiglia. L’impressione è che quando tutto questo sarà finito, nulla sarà più come prima».
Ed è arrivato il tanto atteso momento della ‘proclamazione’ al quale parenti e i candidati in tele-collegamento assistono dalla loro ‘stanza’ virtuale. «Per i poteri conferitici dal Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – proclama ieratico il presidente - ti proclamiamo dottore in Medicina e Chirurgia col voto di 110». E in un attimo, una gioia incontenibile accende il volto di Lucia, la prima “tele-laureata” della storia del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, mentre relatori e correlatori sfilano davanti alla cattedra della presidenza per firmare i verbali. Mantenendo la distanza di sicurezza di una metro. Il bacio accademico può attendere.