Cinquant’anni di storia sullo sfondo, cinquant’anni di studio della fisica in primo piano.

È con questo sguardo che il prof. Fulvio Parmigiani, per anni docente di Fisica della materia e promotore a Brescia del corso di laurea in Fisica, ha ripercorso la sua vita da studioso, mettendo in fila gli incontri che hanno influito sui suoi studi ed elencando le tappe della sua ricerca, davanti agli amici, ai colleghi e ai suoi ex studenti che per salutarlo si sono dati appuntamento, venerdì 18 ottobre, nella sala della Gloria.

Parmigiani si iscrive al corso di laurea in fisica dell'università di Milano nel 1968-1969, si la laurea nel 1973. A questi anni risale l'incontro con Piero Caldirola, fautore della teoria quantistica della misura della "Scuola di Milano", e con Giuseppe “Beppo” Occhialini, tra i fondatori dell'astrofisica delle alte energie, colui che svilppò la tecnica di rivelazione tramite emulsioni fotografiche e scoprì il pione, nel 1947.

Alla laurea seguirono anni confusi, dove Parmigiani mosse i suoi primi passi nel mondo della ricerca al Cise di Milano, iniziando a studiare i laser e l’interazione della luce coerente con la materia. Proprio qui inizia a maturare il seme dell’idea di sviluppare un laser a raggi X, che tanta influenza avrà nel suo percorso seguente. Negli anni successivi, parte per gli Stati Uniti dove approda al centro di ricerca IBM di San Josè, in California, per studiare le proprietà ottiche di particelle nanometriche…gli albori di quella che comunemente oggi viene chiamata plasmonica. Rientrato in Italia, prima al Politecnico di Milano e poi, nel 1998, presso il neonato corso di Fisica alla Cattolica di Brescia. In questi anni le sue ricerche si concentrano sullo sviluppo di spettroscopie ultraveloci per studiare le dinamiche elettroniche in materiali con interessanti proprietà, come, per esempio, i superconduttori ad alta temperatura a base di ossidi di rame.

Parallelamente, inizia una proficua attività con il Sincrotrone di Trieste, dove sviluppa una linea sperimentale rivolta allo studio delle proprietà magnetiche dei materiali. Il suo trasferimento all’Università degli Studi di Trieste, prima come Professore Ordinario e poi come Direttore del Dipartimento di Fisica, gli permette di dedicarsi allo sviluppo di quell’idea che tanto lo aveva affascinato all’inizio della sua carriera: il laser a Raggi X. Partecipa attivamente quindi alla progettazione e sviluppo del Free Electron Laser (Fermi@Elettra), di cui ricopre la carica di coordinatore scientifico per lunghi anni. I risultati ottenuti da Fermi costituiscono tuttora un’eccellenza a livello mondiale.

“Ho pensato che rivedere insieme questi miei anni di studio e di docenza potrebbe aiutare i giovani e interessare i meno giovani – ha dichiarato a fine incontro Parmigiani. Oggi guardo ancora avanti e avanti ancora, ma con un altro spirito. La furia degli anni giovanili se n'è andata. Ora so anche che solo ciò che ho dato ai miei studenti resterà, almeno in parte, negli anni a venire; mentre una riflessione, che mi insegue da quando ho l'età della ragione, nell'ora che si fa tarda mi ammonisce sottovoce”.