di Marta Cascio e Federica Elli
Digitale, innovazione e resilienza sono parole chiave del nostro tempo. Siamo chiamati a portare qualcosa di nuovo ed essere sempre in grado di adattarci positivamente al cambiamento. E, nel mercato del lavoro, il confronto non si gioca su un piano locale o nazionale, i confini si sono allargati al globo e l’orizzonte è quello digitale. Anche le aziende cercano di strutturarsi in modo da produrre contenuti internamente. Comunico, dunque sono.
È quello che hanno spiegato le professioniste coinvolte nel workshop “Le professioni della comunicazione“, organizzato dall'Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed), che si sono confrontate su come affrontare le sfide nel settore della comunicazione.
Secondo Erica Negri, che si occupa di scripted production per serie originali Sky e insegna nel master International Screenwriting and Production, la formula vincente è data da formazione e intraprendenza personale per potersi distinguere. «L’università non può fare il lavoro al posto nostro, e soprattutto la laurea non è l’arrivo, ma la partenza. C’è grande richiesta da parte delle aziende di persone con voglia di darsi da fare. Oggi non possiamo più permetterci di lavorare a compartimenti stagni».
Layla Pavone, Chief Innovation & Marketing and Communication Officer e consigliere delegato di Digital Magics Spa, mette l’accento sulle soft skills, molto ricercate oggi: il mondo della comunicazione richiede «capacità di essere molto flessibili, di avere un pensiero trasversale, di essere resilienti». La docente e condirettrice del master in Digital Communication Specialist, sottolinea l’importanza di saper «leggere in maniera orizzontale quelli che sono i fenomeni e la capacità di relazionarsi, di ingaggiare, quindi di coinvolgere le persone. Altro grande tema della comunicazione legata al mondo del digitale e dei social media in particolare, dove una delle parole chiave più importanti per chi si occupa di comunicazione è proprio l’engagement».
Per Linda Ovena, autrice e speaker per radio e tv (Le parole della settimana, Rai3) e tutor del master IPM Ideazione e produzione audiovisiva, cinematografica e per i media digitali, la passione per qualcosa che piace davvero fare è ciò che ci permette oggi di supere le difficoltà contrattuali e le incertezze di un mercato del lavoro instabile. Nel suo caso, la volontà di rimettere tutto in gioco è stata una scommessa vinta con grande testardaggine e caparbietà: «Capire quello che volete fare è il miglior regalo che possiate farvi».
Silvia Barbieri, amministratore delegato The Branding Letters, sottolinea un ulteriore grande cambiamento. Chi ha competenze nel mondo del branding, della comunicazione e degli eventi è chiamato ad accompagnare il progetto con grande pazienza, determinazione ma anche disponibilità a spiegare, argomentare, diffondere una sensibilità nuova: «Pazienza, progettualità, determinazione dolce: sono queste le caratteristiche per ottenere risultati nel mondo della diplomazia culturale e del cultural branding. Il mondo della cultura si sta finalmente aprendo a logiche di diffusione, inclusività, crescita del territorio e continuità progettuale. Questa nuova forma mentis supera l’idea romantica dell’intellettuale incompreso e isolato delineando un’idea di cultura sociale, generativa di evoluzione ed economia».
«Ci vuole passione fredda» afferma Silvia Barbieri. «Bisogna essere curiosi poiché tutto si genera da tutto. Spesso un’idea è unire i puntini che non erano uniti».
Anche per Mara Maionchi, discografica e conduttrice radiofonica, la capacità di comprendere la realtà con sensibilità e curiosità è una qualità vincente. «Il rischio, altrimenti, è di non capire che una sfumatura potrebbe essere un’intuizione nuova».