La camera ardente sarà allestita venerdì 21 settembre 2018 a partire dalle 15 nella Cappella del Sacro Cuore in largo Gemelli 1 a Milano. I funerali avranno luogo sabato 22 settembre alle 11 nella chiesa di San Pietro in Sala, in piazza R. Wagner 2 a Milano.


di Claudio Lucifora *

Carlo Dell’Aringa è stato un economista che possiede quella rara capacità di coniugare “sapere” e “saper fare”, che gli ha permesso di coltivare la passione per la ricerca economica fatta di teoria e di verifiche empiriche, e al tempo stesso di divulgarne i risultati a un pubblico più ampio per informare e indirizzare le scelte di politica economica. Il mercato del lavoro con i suoi problemi, le sue rigidità istituzionali e le implicazioni sociali che ne derivano sono sempre stati al centro della sua attenzione di studioso. 

I temi che caratterizzano la sua ampia produzione scientifica e pubblicistica spaziano dalla disoccupazione alle disuguaglianze nei redditi, dai salari all’inflazione, dalla produttività delle imprese alla organizzazione del lavoro, con un’attenzione e una conoscenza profonda dei dettagli istituzionali che regolano il funzionamento del mercato del lavoro. 

Tuttavia, se si dovesse individuare il filo conduttore che maggiormente ha caratterizzato la sua analisi del mercato del lavoro, questa è senza dubbio da individuare nel ruolo delle relazioni industriali: in quel complesso intreccio di rappresentanza e azione sindacale, nelle regole e nella struttura della contrattazione collettiva e nella composizione del costo del lavoro per la competitività delle imprese. 

Nonostante questi temi, per i loro risvolti politici e ideologici abbiano spesso diviso l’opinione pubblica creando barriere ed elevando il conflitto sociale, spesso anche in modo tragico, il contributo di Carlo Dell’Aringa è sempre stato orientato ad unire, mai a dividere, fornendo soluzioni e compromessi avendo sempre come guida solo il benessere collettivo. 

La sfida per la modernizzazione del mercato del lavoro italiano, l’ha accompagnato lungo tutta la sua carriera: dalla riforma della scala mobile per la lotta all’inflazione, all’introduzione di maggiore flessibilità nei contratti di lavoro per favorire la creazione di occupazione, dalla riforma della contrattazione nel pubblico impiego, fino al potenziamento della contrattazione aziendale per rispondere alle esigenze di produttività delle imprese dopo la “grande crisi”. 

Un percorso di riforma, quello del mercato del lavoro, che ha seguito, commentato e indirizzato avendo come scopo non solo quello di tutelare i lavoratori e le lavoratrici, ma anche categorie spesso non sufficientemente rappresentate nel confronto politico come i giovani e i disoccupati. 

Anche se non amerebbe essere definito così, è stato per molti dei suoi allievi un maestro, ha contribuito a trasformare la tradizione italiana di studi sul lavoro, che era prevalentemente di tipo giuridico-sociologico, nella moderna economia del lavoro sviluppando l’analisi econometrica applicata a dati microeconomici per lo studio del funzionamento dell’economia del lavoro e la valutazione delle politiche. 

Ha creato, forse anche senza averne l’intenzione, una scuola di economisti del lavoro che al rigore metodologico uniscono attenzione agli aspetti istituzionali del mercato del lavoro e l’importanza di tradurre i risultati in prescrizioni di politica economica per il miglioramento del benessere sociale. 

La figura di Carlo Dell’Aringa ha dato visibilità e lustro prima di tutto all’Università Cattolica, l’istituzione presso cui ha insegnato per più di 40 anni, lasciando una testimonianza tangibile sia per l’insegnamento e la ricerca nel campo delle scienze sociali, sia per l’alto profilo istituzionale delle cariche ricoperte, sia infine per il rigore scientifico che ha trasmesso anno dopo anno a studenti e giovani ricercatori. 

* Docente di Economia politica, facoltà di Economia