di Marta Giudici *

Sento il rumore del mio aereo che atterra a Milano, 32 giorni sono passati in un lampo ma nei miei occhi certe immagini rimarranno per sempre. Sorrisi, sguardi e saluti di bambini che neanche potevo immaginare quanto mi avrebbero lasciato nel cuore e nel mio essere insegnante.

Con il supporto delle “Sisters” della Carità di Santa Giovanna Antida, nel corso del mio Charity Work Program a Shire, in Etiopia, ho avuto l’opportunità non solo di entrare in contatto con i bambini ma anche di intraprendere un percorso di formazione per le insegnanti della scuola della missione.

È stata una sfida davvero molto dura ma allo stesso tempo molto gratificante che mi ha lasciato, una volta tornata in Italia, la voglia di formarmi maggiormente per poter tornare e dare ancora di più un contributo per lo sviluppo dell’educazione. Non avrei mai pensato di trovare l’affetto incondizionato di cosi tanti bambini tutti insieme, che non vedevano l’ora anche solo di prenderti per mano e guidarti a giocare con loro. 

Un incontro è stato davvero speciale, quello con Abraham, bambino di 6 anni a cui un intervento per la spina bifida ha dato delle complicazioni, lesionando dei nervi. Abbiamo cercato di coinvolgerlo all’interno del campo estivo per iniziare a socializzare con i suoi coetanei ma non era ancora facile che lo accettassero. Insistendo più volte è riuscito a trovare amicizie che lo facevano stare bene all’interno di un contesto come quello. 

Non potrò mai dimenticare come, per convincere sua mamma, sua sorella e lui, a venire al campo estivo siamo andate a trovarlo a casa sua e i suoi occhi si sono illuminati nel vedere cosa avevamo nel marsupio: le bolle di sapone. Avevano un potere magico su di lui, sorrideva ed era incuriosito di fronte a questa novità che portavamo all’interno della sua casa. 

Per me è stata un’emozione unica vedere, anche con gli altri bambini, come bastasse una bolla di sapone, un palloncino, un pallone da calcio o una matita colorata per essere felici e quasi sembrava che tutti i problemi e le difficoltà riuscissero a sparire all’improvviso.

So che un giorno tornerò alla missione di Shire ma parto, senza dubbio triste di lasciare un posto che mi dato così tanto, ma allo stesso tempo serena nel lasciare bambini così motivati e incuriositi verso il mondo.

Una citazione di Nelson Mandela ha accompagnato me e la mia compagna di viaggio in questa esperienza straordinaria: “Education is the most powerful weapon that we can use to change the world”.

Lo sviluppo dell’educazione è essenziale e sono disposta a dare il mio contributo per permettere a ciascun bambino di riscattarsi e desiderare un futuro migliore.

* 25 anni, quinto anno del corso di laurea a ciclo unico in Scienze della formazione primaria, facoltà di Scienze della formazione, campus di Milano