di Anna Quagliariello *

Il mese trascorso in Uganda mi ha arricchito molto dal punto di vista professionale e, soprattutto, sotto il profilo umano. Mi ha dato l’opportunità di assistere a procedure mediche che non avevo mai visto prima e di affiancare infermiere e medici locali nel loro lavoro quotidiano. Le prime settimane sono state particolarmente entusiasmanti: perfino la sveglia alle 3 del mattino per scendere in sala parto non mi è sembrata poi così pesante. 

Avendo appena finito il terzo anno, ero consapevole che le mie conoscenze fossero piuttosto limitate e temevo di non avere i mezzi per rendermi utile. Ho capito, invece, che a volte basta un sorriso, una parola di conforto o una carezza per stare vicino a chi soffre. 

Kampala è una città caotica e disordinata ma in grado di regalare emozioni forti: mi tornano in mente gli odori intensi, i colori sgargianti delle stoffe, il rumore dei motorini che sfrecciano in tutte le direzioni, il rosso della terra e i bambini che giocano scalzi per strada. 

Son tornata in Italia con un po’ di nostalgia e sicuramente con tanta voglia di continuare a mettermi in gioco. Porterò con me i sorrisi, i volti e gli sguardi profondi di tutte le persone che ho incontrato. Non potrò mai dimenticare l’affetto e la generosità con cui siamo state accolte, i deliziosi piatti di Ima che ci attendevano al rientro dal “lavoro”, gli interminabili viaggi in macchina con Vincent nell’ora di punta e gli abbracci delle mie compagne di viaggio, alle quali devo un grazie speciale per avermi sempre supportato (eh perché no, anche sopportato) e con le quali si è creato un rapporto davvero speciale. 

* 22 anni, di Roma, terzo anno del corso di laurea in Medicine and Surgery, facoltà di Medicina e Chirurgia, campus di Roma